Muore vigile urbano di 54 anni È la seconda vittima in Comune
Anselmo Scardaoni aveva scoperto la positività durante lo screening di massa di metà febbraio Il sindaco Ferri: lavoratore instancabile. Un’altra perdita per il Municipio, dopo il geometra Saccoccia
CAPPELLE SUL TAVO. «Qui piangono tutti. È la seconda persona che perdiamo per il Covid, in Comune». Il sindaco di Cappelle, Lorenzo Ferri, trova a fatica le parole dopo aver saputo della morte di Anselmo Scardaoni, il vigile urbano di 54 anni che aveva preso servizio solo quattro anni fa in questo centro e «si era ambientato benissimo».
Unanime il giudizio sul suo lavoro perché «era molto diligente e anche molto rigido ma era una persona di cuore», prosegue il primo cittadino. «Era un lavoratore instancabile», dice con ammirazione il sindaco ricordando che questa è la seconda perdita per il municipio, visto che a maggio dell’anno scorso il Covid si è portato via Paolo Saccoccia, 63 anni, il geometra che ha lavorato in Comune per 40 anni ed era andato in pensione da poco quando è stato contagiato e non c’è stato niente da fare. Stesso destino per Scardaoni che, fa notare il sindaco, «non aveva problemi di salute» ed era attentissimo, rispetto al pericolo del contagio, tant’è che «andava in giro con due mascherine». Parla di Scardaoni anche il consigliere comunale Matteo Mattioli che ricorda il periodo in cui ha scoperto il contagio, quasi per caso. «Quando è stato promosso lo screening di massa per le scuole su richiesta del sindaco ha partecipato anche il personale del Comune. Ed è emersa la sua positività. Poi, il 13 febbraio si è reso necessario il ricovero» e ieri mattina è arrivata dall’ospedale la notizia della morte. «Sempre presente sul territorio, con il comandante Luciano D’Addazio, era severo ma apprezzato anche per questo», prosegue il consigliere che ha ancora in mente le immagini del vasto incendio che ha interessato Cappelle, la scorsa estate, e dell’intervento immediato di Scardaoni. «C’era sempre ed era sempre disponibile, una persona squisita», conclude Mattioli. «È stato un anno particolare per il virus», commenta il sindaco, «e siamo esausti, tanto più che non si vede la luce. L’unica arma è la vaccinazione, ma i vaccini non ci sono», conclude Ferri annunciando «la bandiera del Comune a mezz’asta e con il fiocco nero». Scardaoni lascia la moglie Maria Rosaria, la madre Anna, il fratello Francesco, le sorelle Gina e Annamaria, la suocera Rosanna. I funerali domani, alle 10, nella chiesa Santa Maria Lauretana. L’associazione professionale polizia locale d’Italia (Anvu), di cui era socio e collaboratore della segreteria provinciale di Pescara, lo onorerà con un picchetto d’onore e con l’esecuzione del “Silenzio fuori ordinanza”.
Unanime il giudizio sul suo lavoro perché «era molto diligente e anche molto rigido ma era una persona di cuore», prosegue il primo cittadino. «Era un lavoratore instancabile», dice con ammirazione il sindaco ricordando che questa è la seconda perdita per il municipio, visto che a maggio dell’anno scorso il Covid si è portato via Paolo Saccoccia, 63 anni, il geometra che ha lavorato in Comune per 40 anni ed era andato in pensione da poco quando è stato contagiato e non c’è stato niente da fare. Stesso destino per Scardaoni che, fa notare il sindaco, «non aveva problemi di salute» ed era attentissimo, rispetto al pericolo del contagio, tant’è che «andava in giro con due mascherine». Parla di Scardaoni anche il consigliere comunale Matteo Mattioli che ricorda il periodo in cui ha scoperto il contagio, quasi per caso. «Quando è stato promosso lo screening di massa per le scuole su richiesta del sindaco ha partecipato anche il personale del Comune. Ed è emersa la sua positività. Poi, il 13 febbraio si è reso necessario il ricovero» e ieri mattina è arrivata dall’ospedale la notizia della morte. «Sempre presente sul territorio, con il comandante Luciano D’Addazio, era severo ma apprezzato anche per questo», prosegue il consigliere che ha ancora in mente le immagini del vasto incendio che ha interessato Cappelle, la scorsa estate, e dell’intervento immediato di Scardaoni. «C’era sempre ed era sempre disponibile, una persona squisita», conclude Mattioli. «È stato un anno particolare per il virus», commenta il sindaco, «e siamo esausti, tanto più che non si vede la luce. L’unica arma è la vaccinazione, ma i vaccini non ci sono», conclude Ferri annunciando «la bandiera del Comune a mezz’asta e con il fiocco nero». Scardaoni lascia la moglie Maria Rosaria, la madre Anna, il fratello Francesco, le sorelle Gina e Annamaria, la suocera Rosanna. I funerali domani, alle 10, nella chiesa Santa Maria Lauretana. L’associazione professionale polizia locale d’Italia (Anvu), di cui era socio e collaboratore della segreteria provinciale di Pescara, lo onorerà con un picchetto d’onore e con l’esecuzione del “Silenzio fuori ordinanza”.