PESCARA
Naiadi, le accuse ai 4 indagati: «Violato il codice dei contratti»
Secondo la Procura, il direttore dell’Areacom avrebbe palesemente favorito il Club Aquatico. Le carte mettono in luce «l’inadeguatezza finanziaria di Fustinoni» e il sostegno di Serraiocco e Cieri
PESCARA. «Un ruolo determinante nella vicenda illecita oggetto di indagine è svolto da Donato Cavallo». Il procuratore capo Giuseppe Bellelli e il sostituto Luca Sciarretta, che conducono l’inchiesta sull'appalto ventennale concesso al Club Aquatico per la gestione del complesso delle piscine Le Naiadi (una gara da 39 milioni di euro), evidenziano a chiare lettere i passaggi fondamentali attribuibili al direttore dell'Areacom (Agenzia regionale per la committenza) Cavallo, finito sotto inchiesta per turbativa d’asta, insieme a Riccardo Fustinoni (presidente del Club Aquatico), Vincenzo Serraiocco (della “Auditors & Consultants”) e al broker Gianluca Cieri.
CAVALLO E IL BANDO. La ricostruzione dei magistrati delle attività poste in essere da Cavallo disegna, per l’unico pubblico ufficiale indagato, un ruolo quasi da regista dell’intera vicenda. Il primo passo sospetto è la determina direttoriale 285 del 30 agosto 2023: «durante lo svolgimento della gara e nonostante non fossero scaduti i termini previsti dal disciplinare di gara per la presentazione delle offerte», scrive la Procura, «ha affidato direttamente e in via d’urgenza, al Club Aquatico, la gestione dell’impianto. Si tratta, con tutta evidenza, di un provvedimento amministrativo adottato in macroscopica violazione del Codice dei contratti pubblici». Con quell'atto Cavallo, a detta della procura, avrebbe «palesemente favorito il Club, ponendo a carico della Regione, in assenza di autorizzazione e di previa copertura finanziaria, gli elevati costi dei consumi di energia elettrica, acqua e gas».
Ma per i magistrati sarebbe venuta meno anche la trasparenza e l'imparzialità «in quanto l’affidamento diretto in via d’urgenza è stato deliberato in pendenza dei termini per la presentazione delle offerte». Insomma, tutto sarebbe stato fatto in pochi giorni, «dopo che altri operatori economici, effettuando il sopralluogo previsto dal disciplinare di gara, avevano implicitamente manifestato un interesse alla partecipazione alla gara».
La procura evidenzia anche il fatto che Cavallo si «autonominava» presidente della commissione giudicatrice della gara, «nonostante avesse partecipato in precedenza alla scrittura del capitolato tecnico». E in tale veste avrebbe aggiudicato la gara al Club nonostante, si legge ancora nelle carte, il disciplinare prevedesse «quale causa di esclusione dalla gara, non sanabile, la sottoscrizione della garanzia fideiussoria provvisoria». E qui entrano in gioco gli altri indagati.
CIERI E SERRAIOCCO «Emerge dagli atti di indagine esperiti, come la condotta illecita di Fustinoni sia stata consumata grazie anche agli apporti fondamentali di Cieri e Serraiocco, i quali hanno avuto ruoli distinti, ma complementari, nell’accreditare formalmente e apparentemente, presso la stazione appaltante, il Club Aquatico quale concessionario finanziariamente affidabile». Cieri, secondo la Procura, per aver svolto il ruolo di promotore mutualistico nel rilascio della garanzia fideiussoria emessa dalla società M.I.A. (Assistenza Mutua Integrativa di mutuo soccorso), «società non iscritta in albi o elenchi della Banca d'Italia e comunque non autorizzata al rilascio di garanzie nei confronti del pubblico».
Serraiocco, invece, quale proprietario del 51% della società di revisione “Auditors & Consultants” per la Procura «asseverava il piano economico-finanziario presentato dal Club nell’ambito dell'offerta di gara, nonché effettuava proposte di assunzione ad alcuni lavoratori da assumere all’interno dell'impianto, mostrando così di essere interessato e coinvolto personalmente nell’aggiudicazione della suddetta gara al Club Aquatico».
INADEGUATEZZA FINANZIARIA I magistrati, poi, parlano anche della «inadeguatezza tecnica e finanziaria del Club, aggiudicatario della gara soltanto grazie alle condotte illecite di turbativa descritte». Circostanze che emergono, a dire dei magistrati, dagli accertamenti fatti dai carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro e dagli accertamenti del Comune che «con provvedimento del 31 ottobre 2023 ha ordinato a Fustinoni l’immediata cessazione delle attività svolte ed avviate nell’impianto sportivo Le Naiadi per mancanza delle necessarie autorizzazioni».
CELLULARI SEQUESTRATI Ma l'inchiesta potrebbe riservare sorprese legate al sequestro dei cellulari e dei supporti informatici degli indagati. Mail, messaggi, chat, documenti che potrebbero essere relativi alla gara «nonché relativi a rapporti e interlocuzioni tra gli indagati e tra essi e terze persone non indagate». La procura parla della «possibile emersione di ulteriori complici". Verrà conferito il 21 novembre l'incarico di consulente della Procura di Pescara a Davide Ortolano.