'Ndrangheta, sequestri anche a Ortona
Sigilli a beni per un valore di 4 milioni di euro al collaboratore di giustizia Gennaro Pulice
CATANZARO. Sotto sequestro un appartamento in contrada Lazzaretto a Ortona. Il Servizio centrale operativo della polizia e la squadra mobile di Catanzaro, su direttive della Dda, hanno sequestrato beni per un valore di 4 milioni di euro al collaboratore di giustizia Gennaro Pulice. I sequestri sono stati fatti, oltre che in Calabria, in Lombardia, Piemonte e Abruzzo. Il sequestro di beni riguarda anche la moglie di Pulice ed alcuni imprenditori considerati suoi prestanome. Gennaro Pulice é stato, secondo gli investigatori, un esponente delle cosche confederate «Iannazzo e Cannizzaro-Daponte», e responsabile di diversi omicidi, il primo commesso quando era ancora minorenne. A eseguire il sequestro dell'appartamento a Ortona sono stati gli agenti della squadra mobile di Chieti.
Le attività investigative sono state coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro secondo le direttive del Procuratore Nicola Gratteri, del Procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e del Sostituto Procuratore Elio Romano. Alle indagini ha partecipato il Commissariato di Lamezia Terme della polizia di Stato.
Pulice é considerato un collaboratore di giustizia importante poiché, oltre ad aver riferito in ordine alla propria ed altrui partecipazione a varie azioni criminose, é stato un uomo d'affari ed un imprenditore di successo, dedito, dopo una vertiginosa scalata da ruoli di pura manovalanza, a posizioni di rilevante prestigio criminale. Il collaboratore di giustizia si é anche laureato due volte, in Giurisprudenza e in Scienze giuridiche, ed ha realizzato in passato investimenti di elevato profilo ed operazioni finanziarie spregiudicate. Le indagini hanno anche consentito di accertare che Pulice, nel periodo antecedente il suo arresto, nel maggio del 2015, nell'ambito dell'operazione «Andromeda», eseguita dalla Polizia di Stato, aveva posto in essere, con il concorso di imprenditori compiacenti, una serie di interposizioni fittizie in relazione alla titolarità delle proprie attività economiche con lo scopo di evitare il sequestro del proprio patrimonio.