Neve, abruzzesi bloccati a Dublino per 4 giorni
Imprenditore racconta la disavventura vissuta in Irlanda a causa del maltempo: «Dovevamo andare a Londra ma i voli sono stati annullati». Ieri il ritorno a casa
PESCARA. Bloccati a Dublino da mercoledì fino a ieri, senza alcuna possibilità di lasciare l’Irlanda in aereo. È la disavventura vissuta nei giorni scorsi dai rappresentanti di alcune cantine abruzzesi che la settimana scorsa hanno raggiunto Dublino, e da lì avrebbero dovuto spostarsi a Londra, per partecipare alla borsa vini del progetto Piano Export sud 2 voluto da Ice Agenzia con il supporto del Centro Estero Abruzzo e della Regione, come capofila.
«Mercoledì mattina», raccontava ieri mattina da Dublino Emilio Rapino, della cantina Rapino di Francavilla al Mare, «abbiamo raggiunto in nove questo aeroporto per prendere l’aereo per Londra ma ci hanno cancellato il volo e messo in fila al desk della Ryanair. Siamo rimasti lì, in coda, per dieci ore e alle 19 il desk ha chiuso i battenti. Abbiamo trascorso la notte in un hotel vicino allo scalo. L’unica indicazione che abbiamo ricevuto, in una giornata intera, era di tornarcene a casa (quale casa?) perché sarebbe stato impossibile partire, essendo stati cancellati praticamente tutti i voli. Le autorità irlandesi, tra l’altro, avevano bloccato tutto: bus, taxi, navette. Mi è sembrato davvero di vivere un calamità, anche se la situazione non era poi così grave, con strade deserte e negozi saccheggiati».
Pochissime le informazioni ricevute dai viaggiatori rimasti bloccati, «finalizzate solo a rabbonirci». E le uniche comunicazioni riguardavano «il rimborso»: per tutto il resto non sono stati assicurati «né un volo alternativo, né un taxi né un soggiorno in hotel», prosegue Rapino che dentro all’aeroporto di Dublino ha visto delle scene incredibili, tra «famiglie che piangevano, bimbi gettati a terra, donne incinte», e in quei giorni di stop forzato ha incontrato tanti abruzzesi, comprese delle scolaresche delle province di Pescara e Chieti. «Quando poi ci hanno dato la possibilità di ripartire per Roma passando per la Lituania, il volo è stato annullato». Con il passare delle ore, i rappresentanti delle sei cantine abruzzesi fermi a Dublino hanno cercato di «tornare a casa, in Italia. Quello era il nostro unico obiettivo», dice Rapino, «ma alcuni di noi sono stati costretti a rimanere lì, chiusi per intere giornate in hotel (dove i prezzi erano schizzati alle stelle)» spendendo cifre consistenti e comunque ben oltre il preventivato. Alla fine il tanto atteso ritorno a Pescara c’è stato ieri, passando per Londra, e tutto si è concluso, per ora, con un «cambio di biglietto ottenuto dalla Ryanair via chat, senza costi aggiuntivi. Una odissea», conclude Rapino.
È tornato a casa prima, invece, Marco Pesce, del Centro estero, che doveva necessariamente raggiungere Londra giovedì, dove c’erano i rappresentanti di altre 6 cantine. «Ho acquistato un biglietto della compagnia di bandiera Aer Lingus, dovendo arrivare a Londra per partecipare alla seconda parte dell’evento. Ma non è stato possibile perché i voli sono stati annullati e così ho chiesto e ottenuto di imbarcarmi per Roma, sempre giovedì, nonostante la carta di imbarco per Londra, e ho raggiunto l’Italia. Il biglietto mi è stato rimborsato», prosegue Pesce. «Certo anche partire da Pescara, lunedì, non è stato semplice», dicono i due che hanno dovuto attendere «da mattina a sera prima di decollare». L’esperienza indimenticabile in Irlanda si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri quando tutta la delegazione abruzzese risultava «rientrata».
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«Mercoledì mattina», raccontava ieri mattina da Dublino Emilio Rapino, della cantina Rapino di Francavilla al Mare, «abbiamo raggiunto in nove questo aeroporto per prendere l’aereo per Londra ma ci hanno cancellato il volo e messo in fila al desk della Ryanair. Siamo rimasti lì, in coda, per dieci ore e alle 19 il desk ha chiuso i battenti. Abbiamo trascorso la notte in un hotel vicino allo scalo. L’unica indicazione che abbiamo ricevuto, in una giornata intera, era di tornarcene a casa (quale casa?) perché sarebbe stato impossibile partire, essendo stati cancellati praticamente tutti i voli. Le autorità irlandesi, tra l’altro, avevano bloccato tutto: bus, taxi, navette. Mi è sembrato davvero di vivere un calamità, anche se la situazione non era poi così grave, con strade deserte e negozi saccheggiati».
Pochissime le informazioni ricevute dai viaggiatori rimasti bloccati, «finalizzate solo a rabbonirci». E le uniche comunicazioni riguardavano «il rimborso»: per tutto il resto non sono stati assicurati «né un volo alternativo, né un taxi né un soggiorno in hotel», prosegue Rapino che dentro all’aeroporto di Dublino ha visto delle scene incredibili, tra «famiglie che piangevano, bimbi gettati a terra, donne incinte», e in quei giorni di stop forzato ha incontrato tanti abruzzesi, comprese delle scolaresche delle province di Pescara e Chieti. «Quando poi ci hanno dato la possibilità di ripartire per Roma passando per la Lituania, il volo è stato annullato». Con il passare delle ore, i rappresentanti delle sei cantine abruzzesi fermi a Dublino hanno cercato di «tornare a casa, in Italia. Quello era il nostro unico obiettivo», dice Rapino, «ma alcuni di noi sono stati costretti a rimanere lì, chiusi per intere giornate in hotel (dove i prezzi erano schizzati alle stelle)» spendendo cifre consistenti e comunque ben oltre il preventivato. Alla fine il tanto atteso ritorno a Pescara c’è stato ieri, passando per Londra, e tutto si è concluso, per ora, con un «cambio di biglietto ottenuto dalla Ryanair via chat, senza costi aggiuntivi. Una odissea», conclude Rapino.
È tornato a casa prima, invece, Marco Pesce, del Centro estero, che doveva necessariamente raggiungere Londra giovedì, dove c’erano i rappresentanti di altre 6 cantine. «Ho acquistato un biglietto della compagnia di bandiera Aer Lingus, dovendo arrivare a Londra per partecipare alla seconda parte dell’evento. Ma non è stato possibile perché i voli sono stati annullati e così ho chiesto e ottenuto di imbarcarmi per Roma, sempre giovedì, nonostante la carta di imbarco per Londra, e ho raggiunto l’Italia. Il biglietto mi è stato rimborsato», prosegue Pesce. «Certo anche partire da Pescara, lunedì, non è stato semplice», dicono i due che hanno dovuto attendere «da mattina a sera prima di decollare». L’esperienza indimenticabile in Irlanda si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri quando tutta la delegazione abruzzese risultava «rientrata».
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