Neve e gelo arrivano in Abruzzo, allerta autostrade
Su A24 e A25 stop ai mezzi superiori a 7,5 tonnellate. E il bollettino Meteomont mette in guardia dal pericolo valanghe
PESCARA . Neve, vento freddo, e infine il gelo. Il colpo di coda del generale Inverno dopo giorni di annunci e code ai supermercati è atteso a partire da oggi, con il drastico cambiamento delle condizioni atmosferiche, con nevicate sull’Appennino e sulle zone adriatiche, seguite dal Burian, il vento gelido della Siberia. Come stabilito dal Piano neve operativo, condiviso con Polizia stradale e Prefetture, la società Strada dei Parchi informa che in funzione dell’effettiva evoluzione dei fenomeni nevosi, potrebbe scattare il fermo dei mezzi superiori a 7,5 tonnellate su A24 e A25. La società consiglia di mettersi in viaggio solo dopo essersi informati sulle effettive situazioni meteorologiche in corso e sulle reali condizioni della circolazione in autostrada.
Inoltre, raccomanda prudenza ai conducenti e invita i viaggiatori ad adottare particolari misure precauzionali: dotare il veicolo di catene a bordo o di pneumatici da neve; partire con piccoli generi di conforto a bordo in particolare se si viaggia con bambini; non ingombrare la corsia di emergenza e favorire il passaggio dei mezzi operativi e di soccorso; adeguare lo stile di guida alle condizioni della strada e mantenere opportune distanze di sicurezza dai mezzi che precedono; porre la massima attenzione ai messaggi dei cartelli a messaggio variabile; ascoltare Isoradio (103.3), Rtl 102.5 o altre emittenti dedicate per gli aggiornamenti sulla effettiva evoluzione dei fenomeni meteorologici, al fine di poter scegliere eventuali percorsi alternativi. Autostrade per l’Italia, che gestisce il tratto abruzzese della A14, informa di aver già attivato il piano antineve nazionale, con oltre 2.200 mezzi operativi e 3.600 uomini dedicati alle attività di prevenzione e abbattimento della neve.
Ma a fare paura, oltre alla viabilità, sono anche le valanghe. Il bollettino emesso ieri 14 dal Meteomont, servizio nazionale di previsione neve e valanghe, per l’Appennino abruzzese segnala pericolo “marcato 3”, a causa della pioggia che appesantisce il manto nevoso, con perdita di resistenza. Il bollettino parla di «strati di neve fresca bagnata a debole coesione su strati debolmente consolidati», una circostanza che si riscontra in particolar modo nei pendii molto ripidi, «soggetti a distacchi per scivolamento spontaneo o già con debole sovraccarico», che potrebbe essere anche il semplice passaggio «di un singolo sciatore». Alle quote più alte, avverte il Meteomont, la criticità è rappresentata dai moderati apporti di neve nuova a debole coesione, ridistribuiti dal vento forte.
Le province abruzzesi già dallo scorso dicembre hanno ricevuto i mezzi antineve (turbofrese e sgombraneve corredati di lama e spargisale), acquistati dalla Regione con il contributo di Terna, per poter far fronte alle criticità che dovessero verificarsi. In provincia di Teramo Enel ha già consegnato cento generatori per gestire eventuali emergenze che dovessero derivare dalla mancanza di corrente. È ancora vivo il ricordo dei disagi vissuti dalle popolazioni di molti centri nel febbraio del 2017, alle prese con la doppia emergenza neve e terremoto.
E intanto Coldiretti lancia l’allarme sugli effetti del maltempo sulle colture agricole. «Le gelate del 1985 fecero in Italia una strage di almeno 30 milioni di piante di ulivo. I danni sono destinati a compromettere le produzioni nel tempo poiché occorrono anni prima che si possa sostituire la pianta e che quella nuova inizi a produrre. Ma l’allarme», dice Coldiretti, «riguarda anche gli animali, con le migliaia di morti causate dal freddo negli allevamenti», come si verificò anche nel 2012.