No ai medicinali di marca I farmacisti: decreto giusto

Spending review sui prodotti, si potrà prescrivere solo il principio attivo Ma i medici di base sono pronti a raccogliere le firme per l’abrogazione

PESCARA. L’emendamento al decreto sulla spending review che imporrebbe ai medici di base di non indicare più i farmaci nelle ricette, ma solo il principio attivo, piace ai farmacisti, ma vede la netta contrarietà dei dottori di famiglia. Di fatto si darebbe l’addio ai farmaci di marca, visto che il medico dovrebbe indicare nella ricetta solo il principio attivo, senza alcuna etichetta, se prescrive per la prima volta il medicinale a un malato cronico e anche nel caso di patologie non croniche, ma curabili con più farmaci equivalenti. L’unica eccezione riguarderà i pazienti che usano da tempo un prodotto specifico. In tutti gli altri casi, il medico che indicherà una marca precisa, se proprio non può farne a meno, dovrà motivare la scelta. Norma, che seppur non ancora approvata, già divide farmacisti da una parte e medici di base dall’altra. I primi favorevoli, i secondi decisamente contrari.

«Non è ancora una certezza, ma solo una possibilità», tiene a precisare Fabrizio Zenobii, presidente di Federfarma Pescara, «ma sarebbe sicuramente una cosa positiva, perché se parliamo di farmaco generico, poi non possiamo però trattare solo i prodotti a marchio, nel senso che di generici ce n’è sono sempre di più e per noi farmacisti si è trasformato solo in un ampliamento sempre maggiore di medicinali nei magazzini. Spesso i medici, nel fare le prescrizioni, indicano in maniera specifica un farmaco magari solo perché gli appare sul monitor. Comunque ripeto, fino a quando non verrà approvato in maniera definitiva e non ci sarà un disciplinare applicativo è difficile parlare». Zenobii fa qualche esempio concreto: «Se prendiamo un farmaco diffuso come l’Aulin, il cui principio attivo è la nimesulide, noi abbiamo due prodotti etichettati e poi altri trenta generici, ma se sono generici non dovrebbero avere marchio. Per noi i generici sono solo un aggravio gestionale, il sistema va comunque riformato, ma se il disciplinare sarà giusto non dovrebbero esserci problemi nemmeno per i medici».

Nei fatti però non è proprio così, come spiega Nicola Grimaldi, presidente dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) Abruzzo: «Da parte nostra c’è un rigetto completo di questa norma. Stiamo già preparando una raccolta firme per l’abrogazione. Se passasse questa impostazione il medico non riuscirà a prescrivere il medicinale più adeguato per il paziente e dà la possibilità al farmacista di dare un prodotto che può non essere attivo come deve». Grimaldi non ritiene nemmeno che ci sarebbero vantaggi economici: «Non è vero ciò che sentiamo dire, non ci sarà risparmio perché la differenza tra generico e marchiato la pagano gli utenti. Noi vorremmo fare solo i medici, visitare e prescrivere farmaci, visto che in caso di problemi la responsabilità sarebbe sempre nostra che prescriviamo e non dei farmacisti. Grazie al nostro lavoro c’è stata una riduzione del 12 per cento nella spesa farmaceutica».

©RIPRODUZIONE RISERVATA