NOI E LA BATTAGLIA AMBIENTALISTA
La settimana che ci lasciamo alle spalle termina con il punteggio di uno a uno, un onorevole pareggio. Nel senso che il fronte ambientalista abruzzese ha strappato una vittoria nell’annosa questione del Lago di Bomba (altro “no” alle perforazioni di Forest Oil da parte del nucleo di Valutazione di impatto ambientale della Regione), ma ha incassato una sconfitta davanti al Tar, che ha rigettato la richiesta di sospendere i lavori per la filovia sulla Strada Parco che collega Pescara a Montesilvano.
In onore agli “ismi” che ormai accompagnano ogni vicenda italiana, anche l’importantissima questione ambientale nella Regione Verde vede in campo due schieramenti contrapposti, che si combattono a suon di insulti e di carte bollate. Brilla per la sua assenza la Politica, quella con la “P” maiuscola, che dovrebbe lavorare per trovare la sintesi tra le pulsioni migliori dei due estremi, e invece se ne sta in un angolo prendendo solo posizioni generiche, nel timore di perdere consensi nella grande tornata elettorale che si terrà tra sei mesi esatti. E così la patata bollente resta in mano ai funzionari dei vari Via, che si barcamenano tra leggi complicatissime e pressioni formidabili.
Martedì il fronte “del fare” ha serrato le fila a Pescara, nell’annuale convention regionale degli industriali: non a caso gli sponsor della manifestazione si chiamavano Medoil e Terna, ovvero le due aziende che vogliono costruire due opere di grande impatto come la piattaforma petrolifera Ombrina Due e l’elettrodotto che collegherà il Montenegro all’Italia. Pronta la risposta dei No-Triv, che proprio ieri hanno organizzato una manifestazione a Teramo, capoluogo di una provincia che (assieme al Vastese) è l’epicentro della resistenza ai petrolieri.
Noi, come giornale dell’Abruzzo, non ci vogliamo sottrarre alle nostre responsabilità, anche se ci resta il sospetto che, come spesso avviene in Italia, lo scontro non sia tra due verità, ma tra due menzogne. Non amiamo le militanze a prescindere e vorremmo svolgere al meglio il nostro compito di informare. Gli imprenditori non possono pretendere di avere campo libero solo grazie all’alibi della crisi e dei posti di lavoro che queste iniziative metterebbero in campo: se l’Abruzzo è stato in gran parte devastato, soprattutto sulla costa, è anche per colpa loro e ora dovrebbero avere il buon gusto di non perseverare nell’opera. Dall’altra parte non si può continuare con il “no” a tutto e a tutti: ci sono opere che possono contemperare sviluppo e tutela ambientale, come dimostra l’esempio non di nazioni, ma di regioni vicine a noi. Ma per fare questo servono disponibilità al confronto e vere conoscenze tecniche. Sono le due armi che dovrebbe mettere in campo la Politica. Quella con la “P” maiuscola di cui sentiamo tanto la mancanza. Buona domenica a tutti.
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