Non dichiara l'orto ereditato, L'Ater fa causa ad un'84enne di Pescara
Il sindacato degli inquilini denuncia il caso di una vedova debitrice di 9 mila euro. Ha sempre pagato l’affitto per la casa popolare, ma l’Azienda vuole la quota in più da aggiungere alle mensilità ordinarie
PESCARA. Eredita una porzione di orticello, con un valore catastale di 37 euro, e l’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, la cita in giudizio perché deve sborsare 9182,11 euro in più di arretrati per gli affitti passati relativi all'alloggio. Lo ha raccontato il Sunia di Pescara, il Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari, e riguarderebbe una vedova di 84 anni, alla quale, dopo essere arrivato il lascito dei genitori, proveniente da Tornareccio, il suo paese natale, nel corso degli anni si sarebbe accumulata periodicamente una quota in più, da aggiungere alle mensilità ordinarie, precedentemente non conteggiate, visto che non si era tenuto conto del nuovo status della signora, quello di «ereditiera».
In sostanza, per l’Ater, sottolinea il segretario del Sunia, Eugenio De Cesare, «la malcapitata ha cambiato radicalmente il suo stato sociale, per cui, secondo l’azienda», continua, «non avrebbe dovuto pagare l'affitto sulla base del reddito effettivo, il canone sociale, bensì, essendo una "ricca ereditiera", basato su un canone fortemente maggiorato. Così l'Ater ha ricalcolato la differenza tra il canone maggiorato per effetto dell'eredità e il canone pagato per tutti gli anni in cui la signora è stata assegnataria dell'abitazione». Ma l’Ater, la quale, attenendosi alle disposizioni previste, non ha fatto altro che applicare la nuova tariffa delle mensilità in base alla mutata fascia di appartenenza dell’84enne, per il Sunia non avrebbe tenuto conto di alcune norme varate l’anno scorso dal consiglio regionale che tutelano chi diventi proprietario o usufruttuario, a qualsiasi titolo, di beni immobili che non producano redditi da locazione o da altra attività economica e che abbiano una rendita catastale inferiore a 100 euro. In più, sostiene il Sunia, la Regione ha previsto che «i soggetti gestori degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono tenuti ad attenersi alla presente interpretazione per le determinazioni dei canoni a far data dalla pubblicazione della legge e a sanare gli eventuali contenziosi in essere, inerenti ai periodi pregressi». Tra l’altro, ha rimarcato il Sunia, «il reddito mensile della signora ammonta a 560 euro al mese». Ma la vicenda sarebbe analoga a quella di altri 437 assegnatari, rende noto il sindacato, e, per questo, non solo «daremo assistenza alla signora, ma chiederemo un incontro con il presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso e con l'assessore Donato Di Matteo, per un chiarimento sul ruolo dell'attuale giunta regionale».
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