Oddo, Di Francesco, Dompè, Galbiati e gli altri: i vip abruzzesi e il voto al referendum
Imprenditori, artisti, sportivi: divisi tra il Sì e il No, così si schierano alle urne con il Centro
PESCARA. Come voteranno al referendum del 4 dicembre gli abruzzesi dello spettacolo, della cultura, della scienza, dell’imprenditoria e delle professioni? Che aspettative hanno? Quali preoccupazioni? Che cosa chiedono alla classe politica che ci governa? Il Centro lo ha chiesto direttamente a loro.
Il fisico astroparticellare e ricercatore delle onde gravitazionali Eugeno Coccia, rettore del Gran Sasso science institute dell'Aquila voterà Sì. «Perché credo che ci siano meno svantaggi con il Sì che con il No. L'Italia deve essere messa in moto e un voto favorevole contribuisce a smuovere un momento di incertezza». Anche la ricercatrice informatica, professoressa e rettrice dell'università dell'Aquila Paola Inverardi ha scelto il sì. Una decisione «combattuta, perché ci sono ottime argomentazioni da parte anche del No». La cantautrice aquilana Simona Molinari prenderà la decisione a ridosso del voto, «anche se ammetto di essere orientata più per il Sì». Nathalie Dompè, la giovane imprenditrice figlia del patron di una delle principali aziende biofarmaceutiche in Italia che ha il suo polo centrale nel capoluogo di regione, Dompé, già da tempo si è schierata per il Sì convintissimo: «Un primo, piccolo passo verso un processo di modernizzazione del nostro Paese». Sergio Galbiati, vicepresidente di L-Foundry Smic Company, il colosso che produce semiconduttori nella Marsica, non dice chi voterà, ma, rispondendo dalla Cina, tiene a dire che «questo referendum è completamente sbagliato, in questo momento così delicato per l'Italia». Il pianista celanese Nazareno Carusi sembra avere le idee abbastanza chiare: «Sento la Boschi parlare di merito. Mi chiedo: potrebbe mai Apicella mettere le mani su una sinfonia di Beethoven? Io voto No». Il direttore d’orchestra Stefano Fonzi, originario dell’Aquilano che ha collaborato con Paoli e Morricone, sembra concordare: «Questa riforma rischia di complicare le cose rispetto a come stiamo adesso». Anche il rugbista aquilano Carlo Festuccia, ex nazionale di rugby è per il No: «Le ragioni sono diverse, ma tempo soprattutto che il nuovo Senato rallenti la macchina amministrativa».
L'attore teramano Silvano Torrieri si schiera deciso sul fronte del No. «Sono stufo anche di questo Senato, ma il vero problema è che la proposta che ci viene millantata è troppo, se non esageratamente, pasticciata». Deciso, invece, a votare Sì è il musicista Auro Zelli, torinese trapiantato a San Salvo. «Considero questa riforma un passo avanti importante per snellire procedure farraginose e burocratiche che non esistono in altri Paesi». A schierarsi dalla parte del Sì c'è anche Il Volo, con il rosetano Gianluca Ginoble. Il trio figura, infatti, tra i firmatari dell'appello per il Sì, cui hanno aderito personalità del mondo del cinema, della cultura, dello spettacolo, della danza e dello sport. Per il Sì anche l'attore avezzanese Lino Guanciale, « perché credo ci sia un'opportunità di cambiamento». Si schiera, invece, dalla parte del No l'artista montesilvanese Pep Marchegiani: «Le modifiche alla Costituzione sono proposte da un Parlamento che non si è insediato democraticamente, come è giusto che sia». Per il tenore pescarese Piero Mazzocchetti, qualunque sarà il risultato del referendum, «non ci saranno cambiamenti eclatanti». Ancora indeciso il regista pescarese Raffaele De Ritis, che spiega: «Mi piacerebbe che i cittadini si concentrassero sulla riforma, scindendola dal dibattito politico». Parla di «un voto che va ponderato» anche il regista pescarese William Zola. Tra gli indecisi c'è anche il gallerista pescarese Cesare Manzo.
Eusebio Di Francesco, allenatore del Sassuolo non sarà a Pescara domenica «ma se potessi voterei sì. Credo in quello che è stato proposto dai promotori del referendum. In fondo bisogna provare a cambiare le cose». Massimo Oddo, allenatore del Pescara: «Non mi pronuncio, ognuno ha la possibilità di informarsi e decidere». Paolo Nicolai, medaglia olimpionica di beach volley dice che andrà a votare « ma non mi va di svelare la mia preferenza». Da Lanciano l’imprenditore Antonio Colasante, dichiara di votare Sì, «perché questo referendum porta innovazione in tutti i campi, tra cui quello imprenditoriale». Alessandro Lanci, presidente dell'associazione ambientalista Nuovo Senso Civico vota No «perché le nostre battaglie ambientali contro la petrolizzazione e contro l'insediamento di impianti inquinanti sul territorio non le avremmo potute portare avanti con questa riforma».
Don Carmine Miccoli, responsabile della Pastorale sociale della diocesi Lanciano-Ortona vota No: «Da tempo ho aderito al movimento dei cattolici democratici per il no di Raniero La Valle. Si tratta di difendere il lavoro dei nostri padri costituenti, di non mettere a rischio la democraticità, la partecipazione dei cittadini e per l'alto valore sociale della nostra Costituzione».
Il presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone, non ha dubbi:«Voterò Sì, . La revisione del titolo V, ad esempio, eliminando gli spazi di conflittualità fra Stato e Regioni, avrà grande valore per il sistema industriale che spesso deve confrontarsi anche con normative diverse regione per regione». Sulla stessa linea il regista di Spazio tre, Silvio Araclio: «Bisogna uscire da questo stato di bizantinismo. Certo non è la migliore riforma possibile, ma potremo renderla perfettibile in corso d'opera perché siamo in democrazia». Anche l'avvocato Gugliemo Marconi si esprime per il Sì: «Trovo necessario abbandonare il bicameralismo per avere un sistema più snello di approvazione delle leggi».
Si smarcano lo stilista Filippo Flocco («Su questo argomento non sono preparato») e il musicista Paolo Di Sabatino: «Non ho dichiarato apertamente la mia posizione: quando si tratta di temi così importanti ritengo che chi abbia un minimo di ascendente dovrebbe mantenere un basso profilo ed evitare così di influenzare». Allo stesso modo il presidente della Ruzzo reti, Antonio Forlini: «Voglio evitare strumentalizzazioni politiche».
Milo Vallone, attore e regista voterà No, «perché in Occidente nell'ultimo periodo sta diventando sinonimo di miglioramento tutto ciò che è nuovo, in realtà non è così. E non tutto ciò che cambia è meglio. Siccome io sono uno che sceglie il meglio e non il nuovo, scelgo di dire no a questa riforma che non rappresenterebbe affatto una miglioria degli aspetti democratici del nostro vivere sociale». Gennaro Zecca, presidente Confindustria Chieti Pescara voterà Sì «e la motivazione principale è la riforma del Titolo V che riguarda le autonomie locali e che garantisce una chiarezza nelle regole, presupposto fondamentale per la sopravvivenza di ogni impresa». Michele Borgia, presidente della Bcc di Cappelle sul Tavo non si esprime «per rispetto verso l'istituzione bancaria che rappresento. Personalmente ritengo però, assolutamente necessario e doveroso esprimere il mio voto ed invitare i cittadini a partecipare al referendum». Massimo D'Ambrosio, notaio: «Voto No. Sono un giurista e considero la nostra Costituzione equilibrata. Abbiamo un governo al potere senza investitura popolare, e sono spaventato per il futuro perché il Senato verrebbe nominato senza elezioni. La Costituzione è un bilanciamento di poteri equilibratissimo, che in alcuni momenti può anche penalizzarci perché occorre il consenso di tanti, ma ci assicura di non tornare a vivere altre esperienze negative come quella del fascismo».
Augusta Consorti, direttore del dipartimento di Economia aziendale dell'Università D'Annunzio andrà a votare ma non dice per cosa: «Non l'ho mai fatto perché non voglio influenzare i miei studenti, ma a loro dico che devono studiare, leggere la Costituzione e la riforma, e poi andare a votare. Perché l'esito di questo referendum potrà decidere del loro futuro. Una cosa però voglio dirla: i politici hanno perso un'ottima occasione per far diventare l'Italia un Paese normale». Enzo Di Salvatore, docente universitario di Diritto costituzionale: «Il mio voto è No, per diversi motivi. Primo tra tutti perché con la vittoria del Sì, le Regioni perderanno competenze in molti ambiti, compreso il settore energetico. Questa riforma disegna infatti un nuovo centralismo di Stato, le Regioni non potranno più partecipare alle decisioni, quindi si perderà la democrazia dei territori». Antonio Edmondo, imprenditore ribadisce il dovere del voto, «ma come sempre non lo dichiarerò, è del tutto personale e segreto». Beatrice De Tullio, giornalista enogastronomica ed ex concorrente di MasterChef: «Andrò a votare, e sono orientata verso il No, perché le condizioni che verrebbero attuate in caso di Sì ci porterebbero allo svilimento dell'opposizione, con una possibile virata verso un regime con caratteri più dittatoriali che democratici».
Luciano D'Amico, rettore dell'Università di Teramo: «Non voto Sì, voto convintamente Sì. E voto ancora con più convinzione per l'effetto che si avrà sulla riduzione dei costi della politica. Inoltre, la riforma sposta il focus sulla responsabilità, sacrificando parzialmente la rappresentatività che negli anni passati ha reso possibile la spartizione della torta e la distribuzione delle risorse. In un momento come questo, in cui dobbiamo rimediare ai guasti del debito pubblico, al posto di una rappresentatività esasperata, diviene più coerente un sistema basato sulla responsabilità». Roberto Di Monte, animatore del sito internet Chietiscalo.it: «Voto no perché mi sembra che questa riforma sia forzata».
Marisa Tiberio, presidente di Confcommercio Chieti e vice presidente della Camera di commercio vota No «perché non ritengo questa riforma esaustiva e spero che se ne possano fare di migliori». Daniele Giangiulli, segretario regionale Confartigianato vota No «perché le riforme costituzionali sono cose serie e si devono fare seriamente non a colpi di maggioranza».
Vota No anche Nicoletta Di Francesco, responsabile Wwf Chieti-Pescara: «Perché credo in una democrazia partecipata per davvero. La Costituzione va bene così com’è, l’importante è applicarla. La mia è una presa di posizione assolutamente personale con la quale non voglio influenzare nessuno». Anche Concetta Nasuti, responsabile della delegazione teatina dell’associazione Codici vota No «sebbene la riforma proponga anche diversi motivi per votare sì».
Vota inve Sì Giulio Trevisan, presidente della squadra di calcio Chieti Fc Torre Alex e proprietario della Comec: «Perché questa è una occasione per cambiare la storia di questo paese».
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