Olio, crolla la produzione E il prezzo sale a 15 euro 

Penne, la denuncia della Coldiretti: raccolto il 70% in meno, ma la qualità è alta Sono 250 le imprese vestine in crisi. Domenicone: «Siamo in grave difficoltà»

PENNE. Meno olive e olio più costoso di circa il 20%. È questa la situazione a Penne e nell’area vestina secondo i dati forniti da Coldiretti Penne. La produzione di olio extravergine nell’area vestina da sempre è considerata un’eccellenza. Alle 20 aziende specializzate nel settore si aggiungono le circa 250 aziende agricole che producono olio non come principale attività. «La qualità dell’olio è ottima», spiega il presidenti Coldiretti Penne, Federico Domenicone, «purtroppo il crollo delle quantità di olive è del 70%. In generale la siccità dei mesi passati ha prodotto una minore legatura iniziale e tante olive sono andate a terra. Questo ha fatto sì che l’olio nuovo buono subirà un aumento di costi per il consumatore. Il problema è tosto, soprattutto per i piccoli produttori».
Mediamente il costo dell’olio nuovo nell’area vestina oscillerà quest'anno tra i 14 ed i 15 euro al litro. Con una maggiorazione che potrebbe ancor più avanzare per i prodotti di qualità elevata. Lo scorso anno i prezzi si aggiravano attorno ai 10-12 euro. «Sono circa 270 le aziende dell’area vestina che producono olio d’oliva. Tante di queste non si occupano solo di olivicoltura ed hanno altre fonti reddituali provenienti da altri settori, mentre le altre hanno una produzione esclusiva d’olio d’oliva e sono in difficoltà. A pagare dazio sono soprattutto le piccole realtà. Ciononostante la qualità dell’olio vestino resta comunque riconosciuta a livello nazionale e internazionale», dice ancora Domenicone, tra l’altro anche consigliere comunale con delega all’agricoltura. «Le aziende agricole, come in tanti altri settori, fanno i conti anche con gli aumenti dei costi di molitura, dovuti a costi triplicati dell'energia rispetto al passato e raddoppiati per quanto riguarda gli imballaggi di confezionamento dell'olio. Resta importante comprare olio a km 0, in modo da avere sempre più una certezza di qualità», sottolinea. «Questa annata di raccolta di olive, che poteva essere di rilancio per tante aziende della nostra area, ha confermato purtroppo il momento difficile dell'intero settore agricolo. Il comparto agricolo è in grave difficoltà complice anche un'estate assai siccitosa. Il mio auspicio è che Regione Abruzzo, così come ha fatto per il vitivinicolo lo scorso anno, si adoperi a sostegno delle aziende che sono in maggiore difficoltà. Ci sono anche altri settori che stanno pagando la siccità patita nei mesi scorsi: penso all'ortofrutticolo, al cerealicolo e alla zootecnia. La carenza di pioggia dei mesi scorsi ha messo a serio rischio anche una preziosa produzione dell'area vestina, quella del tondino del Tavo. Una difficoltà accentuata anche dalla situazione che ha patito la diga di Penne, tra carenza idrica e lavori», conclude Domenicone.
In Italia la produzione di olio d’oliva dovrebbe attestarsi quest’anno intorno ai 224 milioni di chili, una quantità che fa scendere l’Italia al quinto posto nella classifica dei principali Paesi produttori, secondo Coldiretti, Unaprol e Ismea. A pesare è soprattutto il dato pugliese: il raccolto è praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno.