Olio in Val Pescara crolla la produzione ma cresce la qualità
Gli esperti stimano il calo in un 50 per cento in meno ma il grande caldo ha tenuto lontani i parassiti
TOCCO DA CASAURIA. Si conclude con buon anticipo la campagna olearia nella media Val Pescara. Solitamente le utime giornate di lavoro nei frantoi si verificavano a fine mese o agli inizi di dicembre con la molitura dei raccolti provenienti dai centri pedemontani della Majella. La brevità della stagione olearia, iniziata dopo la seconda decade di ottobre, è dovuta principalmente al calo della produzione che ha subito una flessione del 50 per cento circa rispetto allo scorso anno. Poco olio, dunque, ma in compenso di buona qualità.
Lo conferma anche un esperto del settore Pasqualino Lupone, presidente del collegio dei periti agrari e già presidente del consorzio dell'olio Dop: «A disegnare la stagione olearia sono state come sempre le condizioni atmosferiche. Il gran caldo primaverile ed estivo con le scarsissime piogge, hanno provocato una scarsa allegagione dei frutti con un conseguente inferiore raccolto da parte dei coltivatori». «In compenso però», aggiunge Lupone, «le condizioni atmosferiche non hanno consentito lo sviluppo ed il proliferare dei parassiti dell'ulivo, come la mosca olearia, quest'anno del tutto assente, che sono causa di degradazione dell'olio sia dal punto di vista delle proprietà organoliettiche. Dunque calo di produzione sì, ed in certe zone anche molto severo tanto che alcuni coltivatori non hanno effettuato il raccolto, ma olio di buona qualità».
La minore disponibilità di prodotto però non ha inciso finora sul prezzo di vendita dell'olio che si aggira sempre sui sei euro al litro, a causa dei prezzi notevolmente più bassi del mercato dovuto alle produzioni di importazione che lasciano dubbi sulla alta qualità dell'olio. «E' buono sì l'olio quest'anno», interviene l'esperto oleologo della Regione Abruzzo Luciano Pollastri, «ma avremmo potuto ottenere il massimo, visto che non c'è stata presenza di parassiti nell'ulivo, se le condizioni atmosferiche ci fossero state un po' più amiche. Le piogge verificatesi qualche settimana prima della raccolta, dopo il lungo periodo di siccità, hanno fatto assorbire molta acqua alle olive, diluendo quei composti fenolici che conferiscono all'olio quel senso di amarognolo e piccante arricchendolo di valore nutritivo e gustativo. Si è ottenuto in generale un olio più dolce, forse più gradito a chi non ancora riesce a preferire sapori diversi, non tradizionali e più marcati, ma sempre comunque fragrante, di qualità e soprattutto con i contenuti dei nostri territori». Fra le varietà che hanno fruttificato di meno sicuramente figura la cultivar della Police Toccholana, che prolifera solo nel territorio di Tocco, produzione di nicchia molto ricercata dal mercato.
Walter Teti
©RIPRODUZIONE RISERVATA