Omicidio Cagnetta, muore teste a Pescara Autopsia di tre ore. Il legale: morte strana
Ivan Battaiola, 38 anni, è morto in un casolare abbandonato in via Tavo venerdì scorso appena uscito dal carcere
PESCARA. È morto per un edema polmonare Ivan Battaiola, il 38enne testimone del delitto Cagnetta trovato morto in un casolare abbandonato in via Tavo venerdì scorso, appena uscito dal carcere (dove era rinchiuso dallo scorso gennaio), due giorni dopo la condanna a 21 anni di Angelo Ciarelli per omicidio preterintenzionale.
È quanto emerso dall’autopsia di tre ore eseguita ieri dal medico legale Ildo Polidoro, su incarico del pm Salvatore Campochiaro che sulla vicenda ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di spaccio di sostanza stupefacente e morte come conseguenza di altro delitto. Ma per stabilire esattamente che cosa abbia provocato l’edema, ritenuto compatibile con l’assunzione di sostanze stupefacenti, ma non solo con questa, dovranno essere effettuati comunque, ulteriori esami tossicologici e verificare se l’uomo abbia effettivamente assunto qualche sostanza, di che tipo e come.
Intanto, però, è il legale della famiglia, l’avvocato Piero Bisceglie, a dire: «È stata una morte anomala, ci sono delle coincidenze strane, per questo le indagini vogliono andare a fondo». Indagini che sono affidate alla Mobile di Pierfrancesco Muriana, che lo scorso gennaio arrestò Battaiola per spaccio di stupefacenti dopo averne seguito le mosse e ascoltato le telefonate da quando, due settimane dopo il delitto al Ferro di cavallo, Battaiola, tra i primi a soccorrere Cagnetta, ritrattò quanto detto inizialmente. E cioè di aver visto Angelo Ciarelli sulla scena del delitto, di aver sentito la deflagrazione del colpo di pistola arrivare proprio dal punto in cui si trovava il nomade, ma di non aver visto pistole. Una versione cambiata durante l’incidente probatorio, ma di cui il giudice ha ammesso parte delle dichiarazioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA