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Omicidio del pasticciere Orlando, Grieco non risponde al giudice
Il buttafuori rinchiuso a Castrogno, interrogato dal gip Canosa per un'ora, non parla. I deputati abruzzesi del Movimento Cinque Stelle annunciano un'interrogazione parlamentare: "Vogliamo sapere perchè la Procura di Pescara non intervenne sulle richieste di arresto della Questura"
PESCARA. Giovanni Raffaele Grieco, 41 anni, i buttafuori accusato di avere ucciso martedì scorso, a Pescara, il pasticciere Giandomenico Orlando, di 67 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio davanti al gip del Tribunale di Teramo, Domenico Canosa. L'uomo, assistito dall'avvocato Paolo Marino, è stato interrogato per circa un'ora. Il reato contestato è omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi ed è rinchiuso nel carcere Castrogno di Teramo, essendo stato arrestato a Pineto otto ore dopo l'assassinio. Un delitto efferatissimo. Grieco ha ucciso il pasticciere mentre questi era intento a gettare la spazzatura davanti al laboratorio della sua pasticceria, in via Bruno Buozzi, accoltellandolo quattro volte con un pugnale-tirapugni dalla lama corta. Il fendente alla gola è stato quello che gli ha procurato la grave emorragia che poi ha causato la morte per soffocamento del pasticciere. Entro la giornata di oggi il giudice deciderà sulla convalida del fermo e subito dopo trasmetterà gli atti al pm della procura di Pescara, Rosangela Di Stefano.
Interrogazione parlamentare. Da registrare sull'omicidio Orlando la presa di posizione dei deputati abruzzesi del Movimento Cinque Stelle,che stamane hanno annunciato un'interrogazione parlamentare sul caso. «Da notizie di stampa apprendiamo oggi che, a seguito di gravi episodi di aggressioni e minacce, la questura avrebbe richiesto delle misure cautelari per Grieco e che queste non sarebbero state accolte dalla procura. Per questo oggi presenteremo un'interrogazione parlamentare al ministro della giustizia per verificare l'operato della procura di Pescara». Lo scrivono in un comunicato i deputati abruzzesi del M5S Vacca (primo firmatario), Colletti e Del Grosso. «Come è possibile - scrivono i deputati - che, da quanto si apprende dalla stampa, personaggi che vengono segnalati dalla stessa questura come pericolosi per la collettività, vengano ignorati dalla procura? Eppure quest'ultima in altri casi si è mossa in maniera molto celere, come in occasione del rinvio a giudizio del vigile Volpe per la vicenda della multa al questore. Perché in questa occasione invece la procura sembra che non sia intervenuta nonostante le richieste della questura e i comportamenti di Grieco? Sono interrogativi che i cittadini di Pescara si stanno facendo e che noi rigiriamo al Ministero».
La pericolosità accertata. Per tre volte la Divisione Anticrimine della questura di Pescara scrisse alla Procura chiedendo una misura cautelare per Giovanni Grieco, perchè "violento", "aggressivo" e per altrettante volte la procura non diede seguito a quelle richieste. Una prima richiesta è del 2013, ma risale già al 1998 la prima condanna per lesioni: prese a pugni il suo avvocato difensore quando questi gli presentò il conto di una causa. Le ultime due richieste, nel 2014 e nel 2015, per le minacce di morte rivolte alla famiglia Orlando. Da qui le accuse della famiglia, in particolare della moglie Patrizia Chiavaroli.
L'omicidio Bucco. «Quando ho saputo del luogo e del modo in cui è stato ucciso Giandomenico Orlando, ho pensato subito all'omicidio di mio fratello. Spero sempre che, quanto prima, si arrivi a scoprire chi ha ucciso mio fratello Nicola». Lo ha detto Sabrina Bucco, sorella di Nicola Bucco, l'uomo di 53 anni ucciso con tre coltellate, nel novembre del 2012, nella sua abitazione di via Leopardi a Pescara, a meno di 300 metri dal luogo in cui due giorni fa è stato ucciso, sempre con un'arma da taglio, il noto pasticciere pescarese. L'omicidio Bucco è ancora senza un colpevole. Martedì scorso l'avvocato Stefano Sassano, difensore di Emilio Massacese, unico indagato per il delitto di tre anni fa, aveva parlato di «modalità dell'omicidio Orlando che lasciano interrogativi», rimarcando le analogie con il caso Bucco. «Le autorità competenti - aveva aggiunto Sassano - verifichino se si tratta solo di coincidenze». Il legale della famiglia Bucco, Alberto Faccini, ha osservato: «Al momento gli unici elementi di contatto tra i due casi sono la prossimità dei luoghi in cui si sono consumati i due delitti e l'utilizzo di armi da taglio. Ad ogni modo ci auguriamo che le dichiarazioni di Sassano rappresentino un nuovo impulso per le indagini sull'omicidio Bucco e consentano di fare piena luce su un delitto che è ancora senza un colpevole».