Omicidio Grosso nessun colpevole il pm: archiviate
I genitori della ragazza scomparsa pronti a opporsi con importanti intercettazioni scovate dai difensori
PESCARA. Si profila un nuovo capitolo nel giallo di Donatella Grosso, la trentenne sparita dalla sua casa di Francavilla nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 1996.
A distanza di sedici anni e dopo tre fascicoli aperti, prima dalla Procura di Chieti per allontanamento volontario, e poi da quella di Pescara per omicidio volontario (per cui fu indagato l’ex fidanzato della ragazza), il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Tedeschini ha firmato la richiesta di archiviazione che la famiglia di Donatella, tramite i suoi due difensori, sollecitava da circa sei mesi. Si tratta infatti di un atto necessario affinché, come chiedono Mario e Tina Grosso, l’inchiesta possa ripartire sulla base di nuovi elementi. Per questo, è già pronta l’opposizione dei legali della famiglia Grosso che invece chiedono di approfondire e avviare nuove indagini . L’ultima parola spetta al gip, mentre i difensori Vincenzo Di Girolamo (di Pescara) e Giacomo Frazzitta (del foro di Marsala , legale che segue il caso della piccola Denise Pipitone) si preparano a motivare la loro richiesta con una serie di importanti spunti. A cominciare da alcune intercettazioni che i due legali hanno scovato tra gli atti delle tre inchieste e che potrebbero portare alla svolta tanto attesa, quella che agli ormai anziani genitori consentirebbe, come chiedono da anni, di poter almeno recuperare i resti della loro unica figlia.
Intercettazioni che, secondo i difensori, aggraverebbero la posizione dell’unico indagato di questa dannata storia, vale a dire l’ex fidanzato di Donatella, l’ultimo a vedere la ragazza in quella notte di luglio. A metterlo in cattiva luce sarebbero alcune conversazioni che il giovane ebbe con l’altra fidanzata dell’epoca, fidanzata che non gli impedì, pochi mesi prima di luglio, di avviare una relazione anche con la povera Donatella. In particolare, i difensori ritengono rilevante la frase in cui l’ex fidanzato dice: «Mi rendo conto pure io, per primo di quello che ho fatto, ma basta, non è che uno può pagare all'infinito».
Ma decisiva, in questo senso, potrebbe rivelarsi anche alcune testimonianze rese alla Mobile di Pescara. In particolare, quella di un amico dell’ex fidanzatodi Donatella il quale, in riferimento a quest’ultimo, raccontò che «verso la fine di giugno del 1996, evidentemente stressato dal fatto che non riusciva più a controllare la situazione del ménage contemporaneo con le due donne, in quanto Donatella aveva iniziato a prospettargli la rivelazione in pubblico del loro legame ebbe a dirmi: "Mi sa che quella lì (riferendosi a Donatella della quale mi stava parlando) prima o poi la faccio fuori, la butto in un burrone, tanto chi se ne accorge”. È da qui che la famiglia chiede di ripartire.
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