PESCARA
Omicidio nel bar del Parco: tre indagati e un maxi affare come movente / CHI SONO
L'inchiesta per omicidio e tentato omicidio dopo tre mesi e mezzo di indagini. La pistola usata è quella rubata a una guardia giurata nella rapina al Centro agroalimentare di Cepagatti l'11 luglio
PESCARA. Sono tre i sospettati per l'agguato che il primo agosto scorso, nel bar del Parco, è costato la vita all’architetto Walter Albi, 66 anni, e ridotto in fin di vita l'ex calciatore Luca Cavallito, 49. Si tratta di Fabio Iervese, 43 anni, domiciliato a Civitaquana, Renato Mancini, 49, di Francavilla e Cosimo "Mimmo" Nobile di Pescara. I primi due erano stati arrestati dai carabinieri lo scorso 21 settembre per la rapina di Cepagatti, mentre il terzo è indagato per lo stesso episodio.
I tre già noti alle forze dell’ordine, sono da qualche tempo iscritti dal procuratore aggiunto Annarita Mantini e dal sostituto Andrea Di Giovanni, nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato che è quella di omicidio e tentato omicidio. E spunta il movente: un affare da 400mila euro con il progetto delle case galleggianti da realizzare nella zona del porto turistico. Albi e Cavallito avrebbero pestato i piedi a qualcuno.
Secondo quanto emerge dalle indagini la pistola usata per l'agguato è risultata rubata ad una guardia giurata nel corso della rapina dell'11 luglio scorso al Centro agroalimentare di Villanova di Cepagatti.
In quell'occasione, dopo aver ferito la guardia giurata, i malviventi erano fuggiti con un bottino di circa 30mila euro, non prima di aver rubato l'arma in dotazione all'operatore.
copyright il Centro
ARTICOLO SUL CENTRO IN EDICOLA