Omicidio Pescara, 3 testimoni accusano il rom Ciarelli 

Il 19 davanti al gip l'incidente probatorio con i tossici che videro il rom sparare. Il pm: possono essere minacciati e il tempo può offuscare i loro ricordi

PESCARA. Dovranno raccontare cosa è accaduto, cosa hanno visto quel pomeriggio del 2 luglio al Ferro di cavallo a Rancitelli, quando Tommaso Cagnetta ha perso la vita ucciso, dice l’accusa, da un colpo di una calibro 38 del rom Angelo Ciarelli, difeso dall’avvocato Giancarlo De Marco.

Il giudice per le indagini preliminari Mariacarla Sacco ha premura che le testimonianze dei tre tossicodipendenti che hanno assistito all’omicidio di Cagnetta possano diventare con il passare del tempo inattendibili e, a distanza di due giorni dalla richiesta lampo del pm Valentina D’Agostino, fissa la data dell’incidente probatorio: il 19 luglio. Giovedì prossimo, quindi, saranno ascoltati la coppia che si era recata a Rancitelli ad acquistare droga e attorno alla cui macchina è poi morto Cagnetta e un altro tossicodipendente che ha accompagnato Cagnetta al pronto soccorso, dove poi è morto. Le loro testimonianze saranno cristallizzate nel’incidente probatorio, ovvero diventeranno una prova che entrerà nel processo.

Perché tanta urgenza? Quel pomeriggio del 2 luglio, ad assistere all’omicidio di Cagnetta, la cui famiglia è difesa da Cristiana Valentini e da Giulio Michele Lazzaro, c’erano tre tossicodipendenti che frequentano ancora il quartiere e che potrebbero essere esposti a minacce, pressioni e intimidazioni per alterare la loro versione. Sono due uomini e una donna la cui memoria, inoltre, potrebbe sbiadire anche a causa del loro stato di tossicodipendenti. A farlo notare è proprio il giudice per l’udienza preliminare quando spiega, nell’ordinanza, che uno di loro ha cambiato versione da un giorno all’altro.

E’ l’uomo che ha accompagnato Cagnetta all’ospedale e che, dopo due giorni dall’omicidio, ha raccontato agli investigatori «di aver subìto minacce e pressioni e di trovarsi in una brutta situazione perché per il suo stato di tossicodipendenza era costretto a frequentare Rancitelli». Ma il giorno successivo, l’uomo si è presentato con un legale dagli investigatori e ha corretto la sua dichiarazione dicendo di «non essere stato minacciato e di non essere sicuro della sua deposizione a causa del suo stato di tossicodipendente». E’ anche per questo che i tre saranno ascoltati il 19 luglio perché, come ha scritto il gip, «il trascorrere del tempo potrebbe minare irrimediabilmente i ricordi dei testimoni».

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