emergenza migranti
Ortona, primo sbarco di profughi africani in Abruzzo
Tre ghanesi e due ivoriani, tutti maggiorenni, si erano nascosti nella stiva di una nave della Micoperi. Nessuno si era accorto di niente fino a quando il motore non è andato in avaria. I clandestini hanno chiesto asilo politico e sono stati affidati alla prefettura di Chieti
ORTONA. L'emergenza profughi ha toccato anche l’Abruzzo che, nelle ultime ore, per la prima volta, ha dovuto fare i conti con lo sbarco direttamente dall'Africa di cinque clandestini. Tre ghanesi e due ivoriani, tutti maggiorenni, sono approdati ad Ortona dal continente nero in cerca di una vita diversa, magari migliore. Le motivazioni sono le stesse che stanno spingendo migliaia di migranti verso l'Europa con l'Italia quale prima tappa di un viaggio verso una nuova vita.
Non era mai successo, fino a ieri, che l'Abruzzo fosse chiamato ad accogliere immigrati in viaggio via mare dall'Africa. I cinque profughi sono arrivati a bordo del posatubi Crawler, un convoglio dell’azienda ortonese Micoperi lungo 140 metri e largo 34 che l'azienda del presidente Silvio Bartolotti ha acquisito da Saipem.
È proprio sulla Crawler che il gruppetto di africani si era nascosto per affrontare un viaggio della speranza, quello che risalendo l'Adriatico avrebbe potuto cambiare le proprie sorti. Nessuno del personale si era accorto della loro presenza, fino a quando il motore della chiatta non è andato in avaria.
Un episodio che risalirebbe a diversi giorni fa e che sarebbe stato decisivo per l'individuazione a bordo dei cinque africani.
Visibilmente affamati e assetati, di certo segnati da un viaggio affrontato da rifugiati negli angoli più disparati del convoglio, una volta notati vagare sull'imbarcazione, i cinque africani sono stati presi in consegna dall'equipaggio della Crawler che, nel frattempo, veniva trainato dal rimorchiatore Buccaneer, anch'esso della Micoperi. Ai tre ghanesi e ai due ivoriani è stata assegnata una cabina dove poter riposare, rifocillarsi e tranquillizzarsi dopo i difficili giorni trascorsi, in attesa di attraccare sulla costa ortonese.
Tuttavia, appena venuto a conoscenza della presenza sull'imbarcazione dei cinque profughi, il personale ha allertato la Capitaneria di porto di Ortona facendo scattare il protocollo previsto in questi casi. Sono stati, così, avvisati immediatamente i carabinieri e la prefettura; e ieri non si aspettava altro che l'arrivo della Crawler, per dare definitivamente il via al piano di accoglienza.
Mentre il rimorchiatore Buccaneer è attraccato allo scalo marittimo, il convoglio durante la giornata è rimasto fermo alla fonda con a bordo i migranti. La procedura ha previsto l'intervento della sanità marittima, chiamata a verificare le condizioni di salute dei profughi e l'eventuale traccia di malattie infettive. Ipotesi fortunatamente scongiurata, in quanto le condizioni dei cinque profughi non desterebbero preoccupazioni. A quel punto, i clandestini sono stati accompagnati in porto, dove sono stati prelevati dalla polizia di frontiera, ruolo che ad Ortona è svolto dai carabinieri, i quali hanno proceduto alla loro identificazione.
Il successivo passaggio è stato quello di affidare i clandestini africani alla prefettura di Chieti, chiamata a curare tutte le pratiche per la loro accoglienza e per il riconoscimento di asilo politico, esattamente come i cinque africani avevano richiesto.
I profughi stanno bene e rimarranno momentaneamente ospiti di un centro di prima accoglienza individuato nel Comune di Schiavi d'Abruzzo. Dell'episodio è stato ovviamente informato anche il Comune di Ortona, ma l'amministrazione, in questi casi, non ha competenze di rilievo.
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