Ospedali, arriva il via libera alla nuova mappa regionale
Verì e Cosenza confermano il sì ufficiale del ministero. Ma in Consiglio sarà scontro
PESCARA. Il via libera ufficiale alla nuova rete ospedaliera della Regione Abruzzo da parte del Tavolo Dm 70 è arrivato ieri. Era atteso da quasi dieci anni. Il ministero della Salute lo ha comunicato all’Agenzia sanitaria regionale e tra domani e martedì invierà il verbale con la firma sul documento di riordino della rete ospedaliera redatto dalla stessa Asr. È Pierluigi Cosenza, direttore dell'Agenzia, a confermarlo 24 ore dopo l’annuncio dato venerdì mattina, in conferenza stampa a Teramo, dall’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì.
SI ENTRA NELLA FASE 2.
Il sì del ministero chiude la prima fase e apre quella dell'iter amministrativo regionale, con le approvazioni da parte della Giunta, delle Commissioni Sanità e Bilancio e infine del Consiglio Regionale. Ma non sarà un percorso in discesa perché, considerando i tempi, la discussione in Emiciclo rischia di coincidere con la prima fase della campagna elettorale per le prossime elezioni regionale del 2024 che si annuncia infuocata. E lo scontro tra maggioranza di centrodestra e l’opposizione, composta da Pd, M5S, civiche e gruppo misto, sarebbe certo. Ciascun politico si batterà per apparire come paladino del proprio territorio, anche se questo piano di riordino, dalla lunga gestazione, a differenza della versione precedente proposta dall’ex giunta di centrosinistra, fin troppo fedele al Dm 70 ma mai approdata al tavolo ministeriale, cerca di accontentare tutti, superando il Decreto Lorenzin. Ed è questa la vera novità.
IL PUNTO DI FORZA.
«Il ministero ha validato il nostro cronoprogramma formulando alcune raccomandazioni che faremo nostre in maniera molto puntuale», spiega Cosenza che parla di «un lavoro importante fatto di confronto e condivisione continui con il presidente, Marco Marsilio, l'assessore Verì e il direttore del Dipartimento, Claudio D'Amario, che ringrazio unitamente al Ministero che ci ha seguiti passo passo con molta disponibilità. Si tratta di un documento destinato a costruire una vera e propria rete regionale con principi moderni e con il sensibile miglioramento della qualità dell'offerta nei confronti degli abruzzesi. La sua costruzione», continua il direttore, «si basa per la prima volta in Italia su un metodo innovativo strategico-ingegneristico che ci ha permesso di superare ostacoli tecnici e contenutistici che sembravano da molti anni insuperabili. Bisogna considerare che si tratta del primo documento nella storia dell'Abruzzo approvato dal ministero competente»
Il riferimento di Cosenza è al fatto che il Dm 70, studiato per le vaste aree metropolitane, non è a misura dell’Abruzzo. Gli ostacoli di cui parla il direttore dell’Asr sono stati superati proprio ottenendo una deroga al Decreto Lorenzin grazie proprio all’olografia complessa dell’Abruzzo. Gli studi, puntuali e dettagliati, sui flussi dei ricoveri e le distanze tra i presidi, sono stati l’architrave del piano di riordino. È stato questo il punto di forza della Regione, nella lunga trattativa con il Tavolo del Dm 79, che fa dire a Cosenza: «Con la nuova rete gli ospedali abruzzesi verranno ridisegnati secondo le loro specifiche e riconosciute vocazioni».
ECCO IL PIANO.
Il piano di reingegnerizzazione della rete ospedaliera abruzzese, che si compone di 16 presidi, esclude per ora uno oppure due Dea di II livello che comunque deve o devono essere individuati entro giugno del 2026, e prevede la seguente classificazione: 4 ospedali (San Salvatore dell’Aquila, Spirito Santo di Pescara, Policlinico Santissima Annunziata di Chieti e Mazzini di Teramo) con funzioni hub, cioè di eccellenza, per le reti tempo dipendenti (per L’Aquila e Pescara le reti stroke o più semplicemente ictus, e politrauma/trauma maggiore; per Chieti e Teramo la rete emergenze cardiologiche estese); 4 ospedali di primo livello (Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto); 6 ospedali di base (Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero); e infine 2 presìdi di area disagiata, sedi di pronto soccorso (Castel di Sangro e Atessa).
DA SULMONA AD ATESSA.
Tra le novità principali spiccano la riclassificazione del presidio di Sulmona come Dea di primo livello con il mantenimento del punto nascita, per il quale sarà attivato un progetto sperimentale da sottoporre alla valutazione del Comitato Percorso nascita nazionale. La seconda novità riguarda la classificazione delle strutture sanitarie di Ortona, Penne e Popoli in ospedali di base sede di pronto soccorso. La terza è il riconoscimento di presìdi medici h24 per Tagliacozzo, Pescina e Guardiagrele, in cui sarà quindi possibile aprire specifici reparti specialistici direttamente collegati agli ospedali di primo livello hub rispettivamente di Avezzano, L’Aquila e Chieti.
Infine, c’è anche il riconoscimento al presidio di Atessa della funzione di ospedale di area disagiata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
SI ENTRA NELLA FASE 2.
Il sì del ministero chiude la prima fase e apre quella dell'iter amministrativo regionale, con le approvazioni da parte della Giunta, delle Commissioni Sanità e Bilancio e infine del Consiglio Regionale. Ma non sarà un percorso in discesa perché, considerando i tempi, la discussione in Emiciclo rischia di coincidere con la prima fase della campagna elettorale per le prossime elezioni regionale del 2024 che si annuncia infuocata. E lo scontro tra maggioranza di centrodestra e l’opposizione, composta da Pd, M5S, civiche e gruppo misto, sarebbe certo. Ciascun politico si batterà per apparire come paladino del proprio territorio, anche se questo piano di riordino, dalla lunga gestazione, a differenza della versione precedente proposta dall’ex giunta di centrosinistra, fin troppo fedele al Dm 70 ma mai approdata al tavolo ministeriale, cerca di accontentare tutti, superando il Decreto Lorenzin. Ed è questa la vera novità.
IL PUNTO DI FORZA.
«Il ministero ha validato il nostro cronoprogramma formulando alcune raccomandazioni che faremo nostre in maniera molto puntuale», spiega Cosenza che parla di «un lavoro importante fatto di confronto e condivisione continui con il presidente, Marco Marsilio, l'assessore Verì e il direttore del Dipartimento, Claudio D'Amario, che ringrazio unitamente al Ministero che ci ha seguiti passo passo con molta disponibilità. Si tratta di un documento destinato a costruire una vera e propria rete regionale con principi moderni e con il sensibile miglioramento della qualità dell'offerta nei confronti degli abruzzesi. La sua costruzione», continua il direttore, «si basa per la prima volta in Italia su un metodo innovativo strategico-ingegneristico che ci ha permesso di superare ostacoli tecnici e contenutistici che sembravano da molti anni insuperabili. Bisogna considerare che si tratta del primo documento nella storia dell'Abruzzo approvato dal ministero competente»
Il riferimento di Cosenza è al fatto che il Dm 70, studiato per le vaste aree metropolitane, non è a misura dell’Abruzzo. Gli ostacoli di cui parla il direttore dell’Asr sono stati superati proprio ottenendo una deroga al Decreto Lorenzin grazie proprio all’olografia complessa dell’Abruzzo. Gli studi, puntuali e dettagliati, sui flussi dei ricoveri e le distanze tra i presidi, sono stati l’architrave del piano di riordino. È stato questo il punto di forza della Regione, nella lunga trattativa con il Tavolo del Dm 79, che fa dire a Cosenza: «Con la nuova rete gli ospedali abruzzesi verranno ridisegnati secondo le loro specifiche e riconosciute vocazioni».
ECCO IL PIANO.
Il piano di reingegnerizzazione della rete ospedaliera abruzzese, che si compone di 16 presidi, esclude per ora uno oppure due Dea di II livello che comunque deve o devono essere individuati entro giugno del 2026, e prevede la seguente classificazione: 4 ospedali (San Salvatore dell’Aquila, Spirito Santo di Pescara, Policlinico Santissima Annunziata di Chieti e Mazzini di Teramo) con funzioni hub, cioè di eccellenza, per le reti tempo dipendenti (per L’Aquila e Pescara le reti stroke o più semplicemente ictus, e politrauma/trauma maggiore; per Chieti e Teramo la rete emergenze cardiologiche estese); 4 ospedali di primo livello (Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto); 6 ospedali di base (Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero); e infine 2 presìdi di area disagiata, sedi di pronto soccorso (Castel di Sangro e Atessa).
DA SULMONA AD ATESSA.
Tra le novità principali spiccano la riclassificazione del presidio di Sulmona come Dea di primo livello con il mantenimento del punto nascita, per il quale sarà attivato un progetto sperimentale da sottoporre alla valutazione del Comitato Percorso nascita nazionale. La seconda novità riguarda la classificazione delle strutture sanitarie di Ortona, Penne e Popoli in ospedali di base sede di pronto soccorso. La terza è il riconoscimento di presìdi medici h24 per Tagliacozzo, Pescina e Guardiagrele, in cui sarà quindi possibile aprire specifici reparti specialistici direttamente collegati agli ospedali di primo livello hub rispettivamente di Avezzano, L’Aquila e Chieti.
Infine, c’è anche il riconoscimento al presidio di Atessa della funzione di ospedale di area disagiata.
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