Papa Francesco abbraccia il frate di Guardiagrele che prega in silenzio
Il pontefice incontra fra’ Emiliano e cita i suoi insegnamenti agli altri sacerdoti. Il padre tiene corsi che insegnano a vincere la confusione
ROMA. Appena papa Francesco li ha riconosciuti, in piazza San Pietro, ha subito portato il dito indice sulle labbra, a simboleggiare il segno del silenzio. Non si è trattato però di un richiamo o una sgridata. Anzi. Quel gesto è un segno convenzionale dietro al quale c’è uno stile di vita, una spiritualità che, in un mondo di confusione, richiama al silenzio. Così è iniziato, lo scorso 22 novembre, l’incontro tra il gruppo della Vergine del Silenzio e il Santo Padre. In quell’occasione il cappuccino Emiliano Antenucci, missionario della Misericordia e custode dell’Opera di Maria del Silenzio, da un anno e mezzo guardiano del convento di Guardiagrele, ha donato a papa Francesco il suo libro “Il cammino del silenzio. Vademecum per cercatori di felicità”, oltre alle dispense di corsi. L’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, ha dedicato un articolo all’incontro che ha rafforzato un concetto in cui il papa crede molto. «Le chiacchiere sono quello che più distrugge la fraternità sacerdotale. Il chiacchiericcio è un atto terroristico. Con le chiacchiere butti una bomba, distruggi l'altro, e te ne vai. Sarebbe bello mettere un cartello: niente chiacchiere. Qui nell'ascensore c'è la Madonna del Silenzio. Niente chiacchiere», ha infatti detto Francesco il giorno prima ai sacerdoti brasiliani che vivono a Roma. La Madonna del silenzio per il pontefice è più di una icona. Altre due volte, il Papa e il frate abruzzese si sono incontrati. La prima, quando Francesco scelse mille sacerdoti (tra questi padre Emiliano) come missionari della misericordia e la seconda, a giugno dello scorso anno, quando il Santo Padre ha benedetto proprio l’icona della Madonna della silenzio, che raffigura la Vergine mentre si porta un dito sulle labbra. «E’ stata dipinta dalle monache benedettine dell’isola di San Giulio sul lago d’Orta», spiega al Centro Fra’ Emiliano, «per invitare anzitutto a non sparlare degli altri e per intraprendere il cammino del silenzio come itinerario di felicità e medicina dell’anima sostenuta dalla preghiera». Non a caso una copia dell’icona è stata posta, dal Papa, nel palazzo apostolico, in prossimità dell’ascensore con il quale si accede agli uffici dove il pontefice riceve, come monito: «Qui niente chiacchiere».
«Il Papa», prosegue Fra’ Emiliano, «mi ha incoraggiato ad andare avanti. Lui ha due devozioni mariane: alla Madonna che scioglie i nodi e alla Madonna del silenzio». Il libro regalato a Francesco dal frate abruzzese racconta l’esperienza di sette anni di corsi chiamati “Silenzio, parla il silenzio”. Ed è diviso in tre parti: l'arte del silenzio, la danza del silenzio e la musica del silenzio. Padre Emiliano tiene i corsi una volta mese nel monastero delle Clarisse a Chieti, corsi che si possono fare solo una volta nella vita. «È un esercizio all’educazione del silenzio interiore e a uscire dall’inferno dei pensieri e della confusione dei sentimenti per ascoltare l’unica musica del grande silenzio: Dio», dice il frate che spiega anche perché l’iniziativa del silenzio sia nata in Abruzzo.
«Il nostro Abruzzo (padre Emiliano è vastese e ha qualche anno meno dei quaranta, ndc), dopo il Tibet e la Cappadocia, è la regione al mondo che ha avuto più eremiti. San Pietro del Morrone, Celestino V, è uno dei miei ispiratori». Prima di arrivare a Guardiagrele il religioso ha collaborato con padre Lorenzo Polidoro nel convento Mater Domini di Chieti. Ma l’esperienza del silenzio, che piace tanto a papa Francesco, è nata ad Assisi quando fra’ Emiliano ha incontrato Madre Anna Maria Cànopi, abbadessa del monastero benedettino dell’Isola di San Giulio d’Orta. (m.d.n.)
«Il Papa», prosegue Fra’ Emiliano, «mi ha incoraggiato ad andare avanti. Lui ha due devozioni mariane: alla Madonna che scioglie i nodi e alla Madonna del silenzio». Il libro regalato a Francesco dal frate abruzzese racconta l’esperienza di sette anni di corsi chiamati “Silenzio, parla il silenzio”. Ed è diviso in tre parti: l'arte del silenzio, la danza del silenzio e la musica del silenzio. Padre Emiliano tiene i corsi una volta mese nel monastero delle Clarisse a Chieti, corsi che si possono fare solo una volta nella vita. «È un esercizio all’educazione del silenzio interiore e a uscire dall’inferno dei pensieri e della confusione dei sentimenti per ascoltare l’unica musica del grande silenzio: Dio», dice il frate che spiega anche perché l’iniziativa del silenzio sia nata in Abruzzo.
«Il nostro Abruzzo (padre Emiliano è vastese e ha qualche anno meno dei quaranta, ndc), dopo il Tibet e la Cappadocia, è la regione al mondo che ha avuto più eremiti. San Pietro del Morrone, Celestino V, è uno dei miei ispiratori». Prima di arrivare a Guardiagrele il religioso ha collaborato con padre Lorenzo Polidoro nel convento Mater Domini di Chieti. Ma l’esperienza del silenzio, che piace tanto a papa Francesco, è nata ad Assisi quando fra’ Emiliano ha incontrato Madre Anna Maria Cànopi, abbadessa del monastero benedettino dell’Isola di San Giulio d’Orta. (m.d.n.)