Parla la guardia giurata rapinata: «Picchiato fino a perdere i sensi» 

A distanza di tre giorni dall’assalto, il 49enne di Chieti racconta i minuti di terrore in balìa dei banditi: «Mi hanno dato un calcio alla testa anche mentre erano già sullo scooter, e io a terra sanguinante»

PESCARA. «È durato tutto pochissimo. Forse 3-4 minuti al massimo. Ora di preciso non ricordo perché a un certo punto ho perso i sensi. Delle botte che ho preso ho ancora i postumi. Ho la spalla, dove mi hanno dato la botta, che mi fa male e poi due tagli in testa. Ho cinque punti da una parte e cinque dall’altra. Me l’hanno quasi spaccata. Una esperienza che non auguro a nessuno. In 26 anni che faccio questo lavoro, non mi era mai capitata tanta violenza».
A parlare è la guardia giurata di 49 anni di Chieti che chiede l’anonimato, vittima lunedì mattina di una rapina al centro agroalimentare di Villanova di Cepagatti, dove era andato a ritirare gli incassi del fine settimana di uno degli operatori economici, 28mila euro in tutto.
MI HANNO ASPETTATO
«Hanno aspettato», racconta amareggiato e anche un po’ arrabbiato, «che ritirassi all’interno il denaro e poi hanno agito. Erano in due, avevano delle mascherine chirurgiche fino agli occhi, una specie di cappello, e sopra caschi neri. Uno mi ha aspettato dietro i cassoni della frutta. Quando sono uscito nel piazzale, l’ho visto e ho capito subito le sue intenzioni. Per un secondo ci siamo guardati negli occhi, poi si è avvicinato e in un italiano perfetto mi ha detto “stai calmo”. Ma io», dice la guardia, «ho reagito subito. Il mio pensiero era per il plico con i soldi che dovevo salvare. C’è stato quindi un parapiglia. Poi, all’improvviso, da dietro, sono stato colpito e tramortito da qualcosa di molto pesante e metallico. Non so dire di preciso cosa fosse. So solo che sono caduto a terra e per qualche attimo sono svenuto. Ricordo però di essermi girato sul lato destro, dove avevo la pistola per non farmela prendere, e ricordo che avevo il plico stretto fra le braccia. Una volta a terra mi hanno massacrato di calci. Mentre mi colpivano», prosegue, «cercavo di ripararmi con le mani la testa e l’addome. Ottenuto ciò che volevano, sono scappati su uno scooterone nero».
COLPITO ALLA TESTA
«Ma la cosa peggiore», sottolinea, «è che prima di allontanarsi, nonostante io fossi a terra inerme e cercavo di tamponare il sangue che mi usciva, mi hanno sferrato un altro fortissimo colpo alla testa. In pratica, sono saliti sullo scooter e si sono avvicinati infierendo su di me che non potevo assolutamente fare nulla. Poi sono fuggiti. Poi si è avvicinata una ragazza, una dipendente dell'Agroalimentare, e mi ha dato del ghiaccio, cercando di aiutarmi. Io stavo male, ero confuso».
VIOLENZA GRATUITA
Quello che la guardia giurata non riesce a concepire in tutta questa vicenda, e lo ripete più volte, è la violenza gratuita. «Povero a chi ci capita», dice. «Ripeto, sono 26 anni che faccio questo mestiere, di cui conosco ogni rischio. Ho lavorato anche fuori Abruzzo. Sono stato in Puglia, in Campania, in Molise, nelle Marche, in Toscana. Un po' ovunque, facendo tutti i tipi di trasporto di una certa delicatezza, ma un’aggressione così non l’avevo mai subita, mai vista. Quelli che hanno agito sono criminali di strada e basta. I professionisti veri non aggrediscono se non è necessario».