Parte il dragaggio la Sidra assicura oggi s’inizia a scavare

Riunione in Capitaneria per definire gli ultimi dettagli Le barche dei pescatori torneranno in mare a metà marzo

PESCARA. Il tempo di mettere da parte i proclami e iniziare a tirare le somme è arrivato: il dragaggio dell’imboccatura del porto inizia «oggi o al massimo domani se nelle ultime 24 ore non riusciamo a stringere con tutti gli organi competenti», assicura Carlo Alberto Marconi della direzione marittima e ambientale della Sidra, la società che si è aggiudicata l’appalto di 200mila metri cubi di materiali dallo scalo pescarese. La prima fase dei lavori durerà al massimo tre settimane e consentirà alle sessanta imbarcazioni, che da più di un anno sono ferme alla banchina, di riprendere il largo per la pesca e rimettere così in moto tutta l’economia collegata al mare.

L’impegno a stringere entro la metà di marzo era già stato preventivato dal sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta durante la sua visita nel capoluogo adriatico di inizio gennaio e, stando agli annunci della Sidra, sarà mantenuto. «Noi siamo pronti», afferma risoluto Marconi al termine di una riunione che si è tenuta ieri in gran segreto in una stanza della Direzione marittima, «in questa tranche iniziale il nostro mezzo marittimo porterà via non più di 25mila metri cubi di fanghi accumulati lungo il corridoio di transito, assicurando l’entrata e l’uscita dal porto in completa sicurezza. In un secondo momento, invece, procederemo al dragaggio vero e proprio con l’arrivo a Pescara di altri mezzi in supporto del motopontone». Per portare via i sedimenti ammucchiati lungo la darsena commerciale e la parte restante del bacino fluviale, l’intervento più lungo e dispendioso, è indispensabile il rilascio delle autorizzazioni ambientali da parte della Regione Abruzzo.

Nelle ultime ore, negli uffici della Capitaneria di piazza della Marina, si stanno susseguendo una serie di incontri frenetici con i vari rappresentanti della ditta romana, del Provveditorato alle opere pubbliche, della Capitaneria di porto, dell’Arta (Agenzia regionale per la tutela ambientale) e delle varie amministrazioni competenti. L’obiettivo è fare in modo che tutti i tasselli si incastrino al posto giusto, in modo da autorizzare per oggi o al massimo domani le operazioni di scavo di quella che in gergo i marinai chiamano la ‘canaletta’ ossia il corridoio di transito delle barche. «C’è bisogno», sottolinea Marconi, «di informare tutti gli uffici competenti prima di iniziare a muoversi e lo stiamo facendo adesso per chiudere quanto prima». Poco prima era stato lo stesso comandante della Direzione marittima Luciano Pozzolano a mettere le mani avanti, preferendo non ufficializzare ancora l’inizio di un intervento atteso da troppo tempo. «Ci siamo vicini», aveva detto, «stiamo cercando di chiudere il cerchio per allentare quella morsa che da troppi mesi sta pesando sulle 166 famiglie dei pescatori».

Intanto ieri il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha incontrato Maria Damanaki, responsabile per la pesca e gli affari marittimi, per discutere dell’erogazione dei 3 milioni di euro per la marineria in crisi.

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