Passi carrai, la beffa dei bollettini

In 300 non hanno ricevuto le fatture, ora pagano il 6% in più

PESCARA. Ammontano a 2 milioni di euro i danni richiesti dal Comune a Tributi Italia, la società di riscossione che non ha versato le imposte incassate a 110 enti, tra cui Pescara. Un pasticcio che coinvolge anche i contribuenti. Quest'anno, 300 famiglie non hanno ricevuto i bollettini per pagare la tassa sui passi carrai. Ora, tutti quelli che non si sono messi in regola, perché attendevano l'arrivo delle fatture, rischiano un salasso. Dovranno versare importi maggiorati per l'applicazione della mora e delle relative sanzioni, fortunatamente ridotte con lo strumento del ravvedimento operoso. Secondo quanto risulta, si troverebbero in questa situazione decine di contribuenti che non hanno rispettato la scadenza del 31 gennaio per il pagamento del Canone di occupazione del suolo pubblico per i passi carrai.

BOLLETTE FANTASMA Il problema dei bollettini è nato all'inizio dell'anno, quando Tributi Italia ha cominciato a spedire a domicilio, come di consueto, ai contribuenti le fatture per pagare l'imposta. A Pescara ci sono 6.700 cittadini titolari di passi carrai. Ma le bollette non sono arrivate a tutti. Al momento delle spedizioni, Tributi Italia, la società di riscossione ora in causa con il Comune per non aver rispettato gli obblighi contrattuali, si è vista bloccare i suoi conti correnti per effetto della decisione del ministero dell'Economia di cancellarla dall'albo dei riscossori. La società si è trovata all'improvviso senza i fondi necessari per pagare le spese di spedizione dei bollettini. E così diversi contribuenti non li hanno ricevuti. Secondo l'assessore ai tributi Massimo Filippello, sarebbero circa 300. A detta del Pd, che ha denunciato per primo il problema, molti di più.

MORA SUI RITARDATARI Per questo inconveniente saranno i cittadini a pagare. E' vero che il Comune ha pubblicato avvisi anche sul suo sito Internet per avvertire i contribuenti del disagio. Ma non tutti se ne sono accorti. Chi non si è accorto in tempo del mancato invio dei bollettini dovrà versare di più. La sanzione che si applica, solitamente, a chi fa il versamento dopo un mese di ritardo dalla scadenza dei termini, è del 30 per cento dell'importo. Ma la legge dà la possibilità di ricorrere, entro un anno dalla scadenza dei termini fissati al 31 gennaio scorso, al ravvedimento operoso che prevede sanzioni agevolate del 6 per cento. Su un'imposta di 150 euro, l'aumento sarà di 9 euro. I contribuenti si dovranno fare carico anche del disagio di doversi recare all'ufficio tributi del Comune, in via Venezia, per mettersi in regola con il pagamento.

DANNI PER 2 MILIONI Ieri, Il Centro ha pubblicato la notizia che il Comune si prepara a chiedere i danni a Tributi Italia. A quanto ammonterà la richiesta? Fonti bene informate, parlano di 2 milioni di euro. La decisione parte dal rifiuto della società di consegnare la documentazione e le banche dati in suo possesso all'ente, che, nel frattempo, ha incaricato un altro concessionario, l'Aipa, di effettuare il servizio di riscossione della Cosap, imposta sulla pubblicità e diritti di pubbliche affissioni. Il Comune agirà in giudizio per chiedere la condanna della società e il risarcimento dei danni subiti dall'ente, per presunte inadempienze contrattuali. Si ricorda che il concessionario ha un debito nei confronti del Comune di 753mila euro per il mancato versamento di tasse riscosse e non riversate all'ente dalla Gestor, inglobata da Tributi Italia.

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