Pavone lascia la Rianimazione

Il cognato: «Sta migliorando, speriamo che parli e dica chi gli ha sparato»

MONTESILVANO. Lascia il reparto di Rianimazione questa mattina Carlo Pavone, l’ingegnere informatico di Montesilvano in coma dallo scorso 30 ottobre in seguito al colpo di arma da fuoco che l’ha colpito alla testa mentre buttava la spazzatura nel cassonetto davanti casa, in via De Gasperi. Questa mattina il 42enne padre di due figli sarà trasferito dall’ospedale civile di Pescara all’istituto di riabilitazione Santo Stefano di Potenza Picena, nelle Marche, dove, come sperano familiari e medici, possa continuare il suo lento ma costante percorso di miglioramento. Come riferisce il cognato Ugo Longo, i medici dell’ospedale di Pescara considerano Carlo fuori pericolo di vita.

«Bisogna ora stimolarlo da un punto di vista neurologico», riferisce il familiare, «perché anche a detta dei medici ci sono buone possibilità che si risvegli. Per questo sia noi che gli stessi medici abbiamo lottato per riuscire a farlo entrare in questo centro che pare essere uno dei migliori d’Italia. Il problema è che non si sa in che stato si potrà risvegliare, nel senso che in tutti i centri specializzati a cui ci siamo rivolti non ci hanno saputo dare risposte certe. Ad Amsterdam, ad esempio, ci hanno garantito almeno il 30 per cento di recupero, perché non sappiamo quali parti sono rimaste intatte. Di fatto lui risponde agli stimoli, ha aperto gli occhi più volte, ha dei riflessi, è diventato autonomo nella respirazione. La nostra speranza ovviamente è che i tempi siano brevi, anche se sappiamo che c’è ancora da aspettare. Ma noi speriamo fino all’ultimo, perché gli altri organi stanno bene e perché comunque in questi mesi è andato migliorando».

«La nostra speranza è che lui possa parlare e indicare chi è stato a sparargli», conclude il marito della sorella di Pavone che proprio al Centro, poco prima di Natale, aveva affidato il suo appello rivolto a chi, quel maledetto mercoledì, avesse visto qualcosa.

(s.d.l.)

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