Pd, anche la base ha scelto Alessandrini
Sarà lui il candidato sindaco del centrosinistra. E’ entrato in politica un anno fa.
PESCARA. La novità o l’esperienza. Un volto nuovo, giovane, come quello di Marco Alessandrini, o di un “veterano” come quello di Roberto Marzetti, ex consigliere comunale, ex candidato al Parlamento, ex direttore dell’Inps di Pescara e attuale manager della Asl dell’Aquila.
Il Pd ha scelto e ha scelto Alessandrini, il figlio del giudice Emilio, il cui sacrificio è ricordato a Pescara con la targa su una piazza, quella del vecchio tribunale. La consultazione ha visto protagonisti una ottantina di iscritti dell’Unione comunale del partito. La base ha fatto sapere con chiarezza di gradire il fattore «novità». Il nome di Marzetti, spuntato all’ultima ora per la corsa a sindaco, non era un nome qualunque e qualche riflessione l’ha comportata.
Ma a favore di Alessandrini ha pesato anche il momento contingente: la necessità, dopo il ciclone giudiziario che ha investito l’Amministrazione D’Alfonso, di operare una svolta con un volto che rappresentasse in qualche modo una sorta di «riconciliazione» tra il mondo politico e quello giudiziario. Un «simbolo», dunque, al di là delle capacità personali che in molti riconoscono al giovane avvocato e assessore comunale, catapultato in politica appena un anno fa dal Pd e subito chiamato dagli eventi a confrontarsi con la sfida più grande. Il nome del candidato sindaco del centrosinistra dovrebbe essere ufficializzato tra domani e giovedì.
Ma ora il tavolo a due, Pd-Italia dei Valori, dovrà necessariamente essere allargato anche agli altri possibili alleati, dal Partito socialista di Gaetano Cuzzi a Rifondazione comunista, a Sinistra democratica, alle liste civiche, anche se la sintesi non sarà facile. Il consigliere regionale di Rifondazione, Maurizio Acerbo, insiste per il rinvio delle amministrative anche nelle provinche di Pescara, Chieti e Teramo: «Domani (oggi per chi legge ndr) si riunisce la direzione provinciale del partito, ma prima di parlare di nomi e di candidature ricordo che l’Abruzzo è alle prese con una grave emergenza che impone di unire tutti gli sforzi in una sola direzione».
E a questo proposito ci sarebbe anche un retroscena: il governatore della Regione Gianni Chiodi era stato il primo a chiedere il rinvio del voto in tutte e quattro le province, non solo nell’Aquilano colpito dal sisma. Poi si sarebbe posto il «caso» Pescara. Con il rinvio del voto amministrativo l’attuale giunta comunale resterebbe infatti in carica per altri sei mesi. Una giunta che tanto il Pdl che Rifondazione comunista hanno definito «abusiva» dopo la vicenda del certificato medico presentato dal sindaco D’Alfonso. Anche Acerbo la pensa così, ma propone una via di uscita: «La giunta in carica potrebbe dimettersi a giugno, che era la scadenza naturale, o dopo avere gestito i Giochi del Mediterraneo, determinando così la gestione commissariale sino al voto d’autunno».
E mentre Roberto De Camillis (lista Pescara Città Ponte) insiste perché si ufficializzi al più presto il nome di Alessandrini, tanto Gaetano Cuzzi (Ps) che Oscar Buonamano (Sinistra democratica), fanno sapere con un pizzico di risentimento di non essere stati ancora contattati da alcuno, né sui nomi, né sui programmi. Intanto anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Moreno Di Pietrantonio, pur non avendo condiviso «il metodo», fa sapere che il nome scaturito dalla consultazione di partito sarà «il candidato di tutti».
Il Pd ha scelto e ha scelto Alessandrini, il figlio del giudice Emilio, il cui sacrificio è ricordato a Pescara con la targa su una piazza, quella del vecchio tribunale. La consultazione ha visto protagonisti una ottantina di iscritti dell’Unione comunale del partito. La base ha fatto sapere con chiarezza di gradire il fattore «novità». Il nome di Marzetti, spuntato all’ultima ora per la corsa a sindaco, non era un nome qualunque e qualche riflessione l’ha comportata.
Ma a favore di Alessandrini ha pesato anche il momento contingente: la necessità, dopo il ciclone giudiziario che ha investito l’Amministrazione D’Alfonso, di operare una svolta con un volto che rappresentasse in qualche modo una sorta di «riconciliazione» tra il mondo politico e quello giudiziario. Un «simbolo», dunque, al di là delle capacità personali che in molti riconoscono al giovane avvocato e assessore comunale, catapultato in politica appena un anno fa dal Pd e subito chiamato dagli eventi a confrontarsi con la sfida più grande. Il nome del candidato sindaco del centrosinistra dovrebbe essere ufficializzato tra domani e giovedì.
Ma ora il tavolo a due, Pd-Italia dei Valori, dovrà necessariamente essere allargato anche agli altri possibili alleati, dal Partito socialista di Gaetano Cuzzi a Rifondazione comunista, a Sinistra democratica, alle liste civiche, anche se la sintesi non sarà facile. Il consigliere regionale di Rifondazione, Maurizio Acerbo, insiste per il rinvio delle amministrative anche nelle provinche di Pescara, Chieti e Teramo: «Domani (oggi per chi legge ndr) si riunisce la direzione provinciale del partito, ma prima di parlare di nomi e di candidature ricordo che l’Abruzzo è alle prese con una grave emergenza che impone di unire tutti gli sforzi in una sola direzione».
E a questo proposito ci sarebbe anche un retroscena: il governatore della Regione Gianni Chiodi era stato il primo a chiedere il rinvio del voto in tutte e quattro le province, non solo nell’Aquilano colpito dal sisma. Poi si sarebbe posto il «caso» Pescara. Con il rinvio del voto amministrativo l’attuale giunta comunale resterebbe infatti in carica per altri sei mesi. Una giunta che tanto il Pdl che Rifondazione comunista hanno definito «abusiva» dopo la vicenda del certificato medico presentato dal sindaco D’Alfonso. Anche Acerbo la pensa così, ma propone una via di uscita: «La giunta in carica potrebbe dimettersi a giugno, che era la scadenza naturale, o dopo avere gestito i Giochi del Mediterraneo, determinando così la gestione commissariale sino al voto d’autunno».
E mentre Roberto De Camillis (lista Pescara Città Ponte) insiste perché si ufficializzi al più presto il nome di Alessandrini, tanto Gaetano Cuzzi (Ps) che Oscar Buonamano (Sinistra democratica), fanno sapere con un pizzico di risentimento di non essere stati ancora contattati da alcuno, né sui nomi, né sui programmi. Intanto anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Moreno Di Pietrantonio, pur non avendo condiviso «il metodo», fa sapere che il nome scaturito dalla consultazione di partito sarà «il candidato di tutti».