Pensione a 62 anni con Quota 103: la proroga si decide oggi in Senato
Ma per il 2024 la nuova versione prevede requisiti più rigidi a partire dall’importo che sarà ridotto Anche la decorrenza dell’assegno si allunga molto: sette mesi nel privato e nove mesi nel pubblico
PESCARA. Uscita dal lavoro a 62 anni, la proroga si decide oggi in Senato. Ma per il 2024 la nuova Quota 103 prevede requisiti più rigidi in termini di finestre d’uscita e calcolo pensione, che ne allontanano la decorrenza e ne riducono l’importo. Sono le novità inserite nel capitolo della legge di Bilancio dedicato alla previdenza e alla flessibilità in uscita. Per ora sono indiscrezioni, ma è certo che l’uscita anticipata dal mondo del lavoro diventa sempre più una corsa a ostacoli.
QUOTA 103: COME CAMBIA.
Partiamo dai requisiti attuali di Quota 1013 che saranno validi fino al 31 dicembre 2023: 62 anni di età minima, 41 anni di contributi versati, nessuna penalizzazione sull’assegno ma importo massimo erogabile di 1.500 euro fino al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia (67 anni). Dal 1° gennaio 2024 bisogna sempre maturare entro fine anno 41 anni di contributi versati ma si dovrà attendere di più per uscire. E scatta una penalizzazione sulla quota retributiva maturata.
Il calcolo della pensione con il sistema misto prevede la valorizzazione con il retributivo della quota di contributi versati entro il 31 dicembre 1995. Ma con Quota 103 nuova sulla parte di versamenti calcolati con il retributivo si applicherà una riduzione dell’assegno.
Si tratta di capire se sarà un ricalcolo contributivo secco dell’intero montante contributivo (come avviene per Opzione Donna) o del taglio proporzionale agli anni d’anticipo.
L’IMPORTO MASSIMO.
Fin dall’esordio di Quota 100, è stato sempre previsto un tetto massimo all’assegno percepito, da applicarsi fino al raggiungimento dei requisiti per l’età della pensione di vecchiaia. Per la prima edizione di Quota 100 era previsto un tetto di 1.500 euro. Con le successive edizioni di Quota 102 e 103 l’importo si è adeguato all’inflazione. Per il 2024, dovrebbe essere fissato un nuovo tetto pari a 4 volte il trattamento minimo Inps: 2.250 euro.
DECORRENZA PENSIONE.
Per chi nel 2024 sceglie la nuova Quota 103, la finestra mobile, cioè il periodo che intercorre fra il momento in cui si matura il diritto e quello della decorrenza della pensione, in base alle ultime anticipazioni sulle novità della bozza di Manovra, si estende a sette mesi nel privato e a nove mesi nel pubblico. Un compromesso di Governo all’alternativa prevista all’inizio, ossia uno slittamento di un anno che avrebbe reso questa pensione anticipata una sorta di Quota 104.
I PIÙ FORTUNATI.
Solo chi matura 62 anni di età e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023 ha ancora diritto alla vecchia Quota 103 e continua a beneficiare delle precedenti regole, anche se decide di andare in pensione successivamente. Ovvero 62 anni di età e 41 anni di contributi, finestra mobile di tre mesi, nessuna decurtazione sull’importo della pensione, assegno percepito con tetto massimo fisso fino ai 67 anni. A differenza della nuova Quota 103 che prevede gli stessi requisiti, maturati però entro dicembre 2024, con finestra mobile che aumenta oltre che la riduzione dell’assegno con ricalcolo contributivo.
LA FLESSIBILITÀ RIDOTTA.
In generale, la manovra 2024 prevede una stretta su tutte le forme di flessibilità in uscita: si alza a 63 anni e 5 mesi l’età per l’Ape sociale e quella per Opzione Donna a 61 anni (sempre con la riduzione di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni). La pensione anticipata contributiva, concessa a determinate condizioni con 64 anni di età e 20 anni di contributi, prevede inoltre dal 2024 un vincolo più alto in termini di assegno maturato, che deve essere pari a 3 volte l’assegno sociale per gli uomini, mentre oggi è 2,8 volte per tutti. In sintesi, il governo che annunciava grandi novità sulle pensioni, stringe sempre di più la cinghia. (l.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
QUOTA 103: COME CAMBIA.
Partiamo dai requisiti attuali di Quota 1013 che saranno validi fino al 31 dicembre 2023: 62 anni di età minima, 41 anni di contributi versati, nessuna penalizzazione sull’assegno ma importo massimo erogabile di 1.500 euro fino al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia (67 anni). Dal 1° gennaio 2024 bisogna sempre maturare entro fine anno 41 anni di contributi versati ma si dovrà attendere di più per uscire. E scatta una penalizzazione sulla quota retributiva maturata.
Il calcolo della pensione con il sistema misto prevede la valorizzazione con il retributivo della quota di contributi versati entro il 31 dicembre 1995. Ma con Quota 103 nuova sulla parte di versamenti calcolati con il retributivo si applicherà una riduzione dell’assegno.
Si tratta di capire se sarà un ricalcolo contributivo secco dell’intero montante contributivo (come avviene per Opzione Donna) o del taglio proporzionale agli anni d’anticipo.
L’IMPORTO MASSIMO.
Fin dall’esordio di Quota 100, è stato sempre previsto un tetto massimo all’assegno percepito, da applicarsi fino al raggiungimento dei requisiti per l’età della pensione di vecchiaia. Per la prima edizione di Quota 100 era previsto un tetto di 1.500 euro. Con le successive edizioni di Quota 102 e 103 l’importo si è adeguato all’inflazione. Per il 2024, dovrebbe essere fissato un nuovo tetto pari a 4 volte il trattamento minimo Inps: 2.250 euro.
DECORRENZA PENSIONE.
Per chi nel 2024 sceglie la nuova Quota 103, la finestra mobile, cioè il periodo che intercorre fra il momento in cui si matura il diritto e quello della decorrenza della pensione, in base alle ultime anticipazioni sulle novità della bozza di Manovra, si estende a sette mesi nel privato e a nove mesi nel pubblico. Un compromesso di Governo all’alternativa prevista all’inizio, ossia uno slittamento di un anno che avrebbe reso questa pensione anticipata una sorta di Quota 104.
I PIÙ FORTUNATI.
Solo chi matura 62 anni di età e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023 ha ancora diritto alla vecchia Quota 103 e continua a beneficiare delle precedenti regole, anche se decide di andare in pensione successivamente. Ovvero 62 anni di età e 41 anni di contributi, finestra mobile di tre mesi, nessuna decurtazione sull’importo della pensione, assegno percepito con tetto massimo fisso fino ai 67 anni. A differenza della nuova Quota 103 che prevede gli stessi requisiti, maturati però entro dicembre 2024, con finestra mobile che aumenta oltre che la riduzione dell’assegno con ricalcolo contributivo.
LA FLESSIBILITÀ RIDOTTA.
In generale, la manovra 2024 prevede una stretta su tutte le forme di flessibilità in uscita: si alza a 63 anni e 5 mesi l’età per l’Ape sociale e quella per Opzione Donna a 61 anni (sempre con la riduzione di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni). La pensione anticipata contributiva, concessa a determinate condizioni con 64 anni di età e 20 anni di contributi, prevede inoltre dal 2024 un vincolo più alto in termini di assegno maturato, che deve essere pari a 3 volte l’assegno sociale per gli uomini, mentre oggi è 2,8 volte per tutti. In sintesi, il governo che annunciava grandi novità sulle pensioni, stringe sempre di più la cinghia. (l.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.