Pensioni di invalidità, Berghella sospeso per corruzione dalla Asl Pescara
Divieto temporaneo di esercizio della professione per il medico di base ed ex consigliare comunale e provinciale di Forza Italia
PESCARA. Divieto temporaneo di esercizio della professione medica per Vincenzo Berghella, medico di base ed ex consigliere comunale e provinciale di Forza Italia a Pescara. L'ordinanza è stata firmata nei giorni scorsi dal gip del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea. Berghella è indagato per corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità e millantato credito.
Secondo l'accusa, in più occasioni, nell'ambito di «un medesimo disegno criminoso, in qualità di medico di medicina generale, in rapporto di convenzione con la Asl di Pescara e dunque, di pubblico ufficiale, per l'esercizio della sua funzione e abusando della stessa, otteneva indebitamente dai pazienti la promessa e materiale corresponsione di utilità patrimoniali non dovute, dissimulate sotto forma di asseriti pagamenti di emolumenti di proprie prestazioni professionali necessarie all'ottenimento di misure patrimoniali di sostegno alla disabilità». In sostanza, in cambio di denaro o della promessa di denaro, si sarebbe speso a favore di diversi pazienti per aiutarli a ottenere l'assegno di invalidità.
Secondo il gip, Berghella «ha certamente strumentalizzato la propria qualità per finalità meramente lucrative ottenendo dai propri pazienti, che si erano rivolti a lui, rilevanti somme di denaro che, come concordemente sostenuto dal pm, non possono essere considerate il corrispettivo per l'attività professionale comunque svolta, avuto riguardo al fatto all'entità degli importi richiesti sproporzionatamente superiori ai parametri tariffari previsti per analoghe prestazioni».
Più di una decina i pazienti che avrebbero pagato o si sarebbero impegnati a pagare, cifre oscillanti tra i 700 e i 7.000 in euro, talvolta corrisposte in più tranche, al fine di ottenere il beneficio. In un caso, poi, Berghella avrebbe ottenuto la «promessa di una dazione di 10.000 euro, minor parte della maggior somma pretesa pari a 32.000 euro, quale pretesa corruttiva per atti di mediazione funzionali al superamento del concorso di reclutamento di personale da destinare alla Marina Militare, ottenendo altresì la consegna, per il medesimo fine, della somma di 5.000 euro».
Berghella, inoltre, avrebbe rappresentato «ai pazienti di dover destinare parte delle somme richieste a vari medici di strutture pubbliche ed ai medici delle commissioni Asl per poter garantire il buon esito delle procedure». Circostanza che ha comportato l'accusa di millantato credito a carico di Berghella, «dovendosi - si legge nell'ordinanza - escludere il coinvolgimento illecito da parte di altri professionisti, che hanno avuto modo di partecipare alle procedure di riconoscimento dell'invalidità» ed essendo dunque «evidente come l'indagato abbia millantato l'esistenza di rapporti privilegiati con i componenti delle commissioni». Tale vanteria, afferma ancora il gip, «serviva in realtà ad ottenere somme di maggiore consistenza dai propri pazienti».
Indagati, per corruzione, anche dieci pazienti di Berghella, «perché promettevano e corrispondevano le utilità patrimoniali sopra descritte per le condivise finalità illecite». Il pm titolare dell'inchiesta, Anna Rita Mantini, aveva chiesto per Berghella l'applicazione della misura degli arresti domiciliari, o in alternativa la sospensione temporanea dall'esercizio della professione, e il sequestro di beni per oltre 50.000 euro. Il gip Sarandrea, oltre a disporre la sospensione dall'esercizio della professione, ha ordinato il sequestro preventivo di beni e danaro per 19.400 euro.