Pescara, appalti e fonfi Fas: indagato l’uomo di Sospiri
Inchiesta della Mobile su una consulenza da 123 mila euro affidata senza gara a 5 professionisti. A Taraborrelli contestato l’abuso di ufficio per un incarico al docente universitario Mascarucci
PESCARA. Una maxi consulenza da 123 mila euro «frazionata» in un incarico da 63 mila euro per un docente universitario e in altri 4 da 15 mila euro, tutti affidati senza l’ombra di una gara d'appalto. È questa l’accusa che pende su Bellafronte Taraborelli, ingegnere pescarese di 54 anni, uomo vicino al Pdl e vicinissimo al consigliere regionale Pdl Lorenzo Sospiri: Taraborelli, ex dirigente ai Lavori pubblici al Comune di Pescara con Albore Mascia e al Comune di Montesilvano con Cordoma, è indagato per abuso d’ufficio in un’inchiesta sui fondi Fas, i milioni dell’Europa per le aree sottosviluppate.
Squadra mobile e procura di Pescara indagano, dopo la denuncia di un architetto di Montesilvano, Aurelio Colangelo, su un finanziamento da 200 mila euro della Regione Abruzzo al Comune di Montesilvano, utilizzato per stilare progetti e mettere le mani su un’altra fetta della torta dei fondi Fas. Nell'inchiesta, coordinata dal pm Mirvana Di Serio, Taraborrelli è l'unico indagato.
Silenzio. Sul caso dei fondi Fas, la Mobile ha interrogato Taraborrelli ma l’ingegnere, difeso dall’avvocato Augusto La Morgia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Chi è. Taraborrelli è un professionista noto in Abruzzo: oltre a lavorare a Pescara e Montesilvano a stretto contatto con gli amministratori di centrodestra, è il direttore dei lavori della filovia sulla strada parco, la grande opera da 31 milioni di euro. Secondo gli inquirenti Taraborrelli è legato al Pdl e il suo «referente politico» è proprio Sospiri: in un rapporto al pm Di Serio, la polizia scrive che la nomina di Taraborrelli a Montesilvano sarebbe stata «un investimento politico per distribuire incarichi a tecnici amici o vicini al partito».
Mascarucci. È da questa tesi che gli investigatori partono per definire «sospetto» l’incarico dato a Roberto Mascarucci, ordinario di Urbanistica alla facoltà di Architettura dell’università D’Annunzio di Chieti-Pescara, una delle menti del Dart, il Dipartimento ambiente reti territorio.
A Montesilvano, il 25 febbraio 2008, Mascarucci ha vinto una gara informale con altri 4 professionisti invitati dal Comune: un incarico da 63 mila euro di «consulenza ad alto profilo tecnico professionale per l’assistenza tecnica e il coordinamento alla redazione del piano strategico riferito alla macroarea di Montesilvano e Pineto per i fondi Fas».
«Sospetto». Ma Mascarucci, un pugno di giorni prima di ottenere l’incarico dei fondi Fas, si è iscritto all’albo comunale per l’affidamento di incarichi sotto la soglia dei 100 mila euro: la Mobile ritiene «stigmatizzabile» che un docente universitario «di notevole esperienza e di elevato spessore professionale» come Mascarucci sia iscritto a un elenco di liberi professionisti per incarichi anche diretti se sotto i 20mila euro. «Un’iscrizione sospetta», dice la polizia.
Quattro tecnici. L’accusa considera divisi ad arte i 4 incarichi da 15 mila euro dati ai tecnici: Aldo Cilli, collaboratore universitario di Mascarucci «dal 2001» come ha riferito lo stesso Cilli alla polizia; Lorenzo Martella si è laureato con Mascarucci; anche Maria Colleluori si è laureata con Mascarucci e, dal 1999 al 2001, ha collaborato con lui; Angelo Faieta è un ex consigliere di Forza Italia a Pescara con Pace sindaco e, adesso, è capogruppo Pdl in Provincia. Poi, a Pierluigi Carugno, ingegnere che ha fatto parte della commissione che ha scelto Mascarucci, è stato dato un incarico di 2.340 euro per «attività di supporto al responsabile».
Rettore. Nell’inchiesta si parla del ruolo di Mascarucci: in un consiglio comunale nel 2009, attaccato da 3 consiglieri di opposizione, Taraborrelli ha risposto che «io ho l’autorizzazione del rettore che ha autorizzato Mascarucci ad assumere l’incarico». Ma la Mobile, ascoltando come testimone il dirigente Gianfranco Niccolò, ha scoperto che in Comune non c’è «traccia»dell’autorizzazione di Franco Cuccurullo.
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