concorso bloccato
Pescara, appello di Lombardo a D’Alfonso: fai ripartire Oncologia
L’ex primario scrive una lettera al governatore e gli chiede di sbloccare la nomina del nuovo direttore Garufi: «I malati devono avere fiducia nel nostro reparto»
PESCARA. Alza l'obiettivo, Marco Lombardo, e punta direttamente al bersaglio grosso. Scrive una lettera al presidente della Regione Luciano D’Alfonso e gli consegna di fatto tra le mani la decisione sul futuro del reparto d'eccellenza che ha guidato fino a settembre 2013, quando è andato in pensione.
L'ex responsabile del reparto gli chiede di sbloccare il concorso e di far ripartire una struttura che da fiore all'occhiello della sanità pescarese e abruzzese rischia di diventare un simbolo negativo. Carlo Garufi del Regina Elena di Roma non si è ancora potuto insediare e Lombardo chiede ora al governatore un intervento immediato.
La lettera. «Caro Luciano», scrive Lombardo, «approfitto della nostra amicizia ultraventennale, della stima reciproca e della tua nota sensibilità verso le malattie e i malati oncologici, per rivolgere direttamente a te il mio appello: prendi in mano la difficile situazione in cui versa l'unità complessa di Oncologia dell'ospedale civile di Pescara, firma subito la deroga, se necessaria, per consentire al direttore generale della Asl D'Amario di procedere con la nomina del nuovo direttore di unità, Carlo Garufi, vincitore di concorso, e aiutaci a riportare equilibrio e tranquillità nel reparto e nella struttura. Il sasso che ho voluto lanciare nello stagno, nei giorni scorsi, per sollevare la questione tanto delicata e importante creatasi nel reparto dopo il mio pensionamento ha sortito il suo effetto, ossia l'immediato interessamento del manager D'Amario e dell'assessore alla Sanità Paolucci: li ringrazio entrambi per l'impegno. Ma, dalle loro parole, è ormai chiaro che solo tu hai la possibilità di rimuovere l'impasse in cui siamo caduti per, a mio giudizio, una cattiva interpretazione della tua circolare del 5 marzo scorso, nella quale chiedevi di congelare, da quel momento in poi, eventuali assunzioni o concorsi».
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