Pescara, blitz in casa Ciarelli la pistola dell'omicidio non si trova

Delitto di via Tavo a Pescara, la casa del rom perquisita con i metal detector. La Scientifica cerca le impronte del presunto killer sulle auto sequestrate

PESCARA. Oggi alle 10 il rom Angelo Ciarelli lascerà la sua cella al San Donato e si presenterà davanti al giudice Mariacarla Sasso per l’interrogatorio di garanzia. Il sospettato dell’omicidio di Tommaso Cagnetta, ucciso lunedì scorso alle 18,45 con un colpo di pistola calibro 38 nel cortile del Ferro di cavallo in via Tavo, potrebbe restare in silenzio. La sua verità su quel delitto consumato per 10 euro di droga l’ha già affidata agli investigatori della squadra mobile mentre lo stavano arrestando: «Io non c’entro con questa storia», ha detto davanti al capo della Mobile Pierfrancesco Muriana. «Al Ferro di cavallo ci abita mia sorella, vado e vengo», ha ripetuto davanti al pm Valentina D’Agostino.

Ciarelli ha 38 anni: 15, quasi la metà, li ha passati in carcere per l’omicidio del maresciallo dei carabinieri Marino Di Resta. È il fratello di Massimo Ciarelli, 29 anni, detenuto nel carcere di Vasto per l’omicidio dell’ultrà del Pescara Domenico Rigante commesso, in via Polacchi, la notte del Primo maggio scorso.

In silenzio. Ciarelli, preso 2 ore dopo il delitto, è già stato sottoposto alla prova dello stub, l’esame che può far scoprire tracce di polvere da sparo sulle mani: alla polizia, però, il rom ha detto che non è stato lui a fare fuoco. Per questo, in attesa dei risultati, l’avvocato di Ciarelli, Giancarlo De Marco, potrebbe scegliere proprio la via del silenzio: «Non ho ancora deciso cosa fare», ha detto l’avvocato al Centro alle 20,30 di ieri, «la certezza è che il colpo, a prescindere da chi sia stato sparato, è partito accidentalmente e, pertanto, non esiste alcun delitto programmato. Il reato di omicidio volontario non regge».

Perquisizione. Ma, ieri, la polizia è tornata a casa dei Ciarelli, in via Vico Moro a Rancitelli, con i metaldetector e i cani: una perquisizione per cercare l’arma del delitto, anche nei muri e sottoterra. Finora, in un calzino con lo stemma dell’Italia nascosto dentro un tombino vicino a casa Ciarelli, sono stati trovati 13 proiettili calibro 38 special ma della pistola non c’è traccia. Una calibro 38, lo stesso tipo di pistola che, il 20 gennaio scorso, ha ucciso il pentito della banda Battestini Italo Ceci e, poco più di 3 mesi dopo, Rigante e, 3 giorni fa, Cagnetta, 42 anni, un passato con 2 arresti per detenzione illegale di armi e spaccio di droga.

Colpo fatale. Ieri, l’autopsia, eseguita dal medico legale Christian D’Ovidio, ha stabilito che Cagnetta è morto dissanguato perché il proiettile che l’ha ferito, esploso proprio da una calibro 38, è entrato dal fianco sinistro e ha lesionato l’aorta. Cagnetta, questo ha detto l’autopsia, ha fatto la stessa fine di Rigante.

Impronte sulle auto. Se la perquisizione non ha dato certezze alla polizia, sono cominciati anche gli accertamenti su 2 macchine sequestrate: la prima è la Volkswagen Golf di Eva Ciarelli, sorella di Angelo e Massimo, trovata parcheggiata nel cortile del Ferro di cavallo sopra una chiazza di sangue e con una macchia rossa sul paraurti posteriore. La seconda è la Renault Clio di una coppia di tossicodipendenti di Francavilla: sono loro che avrebbero pagato la dose a una zingara 10 euro in meno e, per questo, avrebbero scatenato l’ira di un gruppo di rom presente in via Tavo e pronto a sparare su Cagnetta che, in quel momento, stava passando.

Secondo le testimonizie raccolte dalla polizia, in 6 avrebbero tentato, a mano, di ribaltare la Clio con i tossicodipendenti chiusi dentro: adesso, gli esperti della polizia scientifica hanno cominciato a cercare le impronte di Ciarelli. Se ci fossero, sarebbe un punto per l’accusa che dimostrerebbe la presenza di Ciarelli in via Tavo.

Maglia del Pescara. Nell’interrogatorio davanti al giudice, Ciarelli non indosserà la maglia del Pescara. Proprio con la maglia biancazzurra, il rom si era presentato davanti alla questura durante l’incidente probatorio del delitto Rigante il 29 giugno scorso: un modo per tentare di fare pace con la tifoseria del Pescara che, il 6 maggio scorso, avrebbe voluto mettere a ferro e fuoco Rancitelli o una provocazione? È certo, però, che la presenza di Ciarelli con la maglia del Pescara non è passata inosservata.

Arresti a Rancitelli. Quella appena passata è stata una giornata di controlli a Rancitelli: le forze dell’ordine non vogliono dare respiro ai rom e ai piccoli malavitosi del quartiere. E, nella rete dei carabinieri, è caduto anche un nipote dei Ciarelli, Quirino Barbetti, 23 anni: è stato arrestato per evasione dagli arresti domiciliari. Sempre i carabinieri, coordinati dal tenente Salvatore Invidia, hanno arrestato Gianluca Valleriani, 36 anni: è stato sorpreso a cedere una dose di eroina a un tossicodipendente. Per i carabinieri, Valleriani è un pusher delle famiglie rom che spacciano tra via Tavo, via Lago di Capestrano e via Lago di Borgiano.

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