l'inchiesta

Pescara, centauro morto nello scontro, l'autobus passò con il rosso

Svolta nelle indagini sulla morte di Jonny Morelli: le perizie sulla telecamera di sicurezza del bus e sull'impianto semaforico di corso Vittorio Emanuele rivelano la manovra che causò l'incidente

PESCARA. Svolta nelle indagini relative all'incidente stradale che nel giugno dello scorso anno causò la morte di Jonny Morelli, il centauro di Cepagatti (Pescara) che, alla guida della sua moto, finì contro la parte posteriore di un autobus in corso Vittorio Emanuele a Pescara. In base alle immagini riprese dalla telecamera di sicurezza, posizionata all'interno del mezzo e sulla scorta dei controlli effettuati sul sistema semaforico, quella sera, intorno alle 22, l'autobus 7C della Gtm, proveniente da San Silvestro, sarebbe partito con il semaforo rosso pochi istanti prima che avvenisse l'impatto mortale. L'autobus, che essendo a fine a corsa era vuoto, procedeva in direzione Nord sulla corsia che era stata realizzata da appena cinque mesi: il conducente, passato il ponte e giunto all'incrocio di corso Vittorio Emanuele, all'altezza del Comune, svoltò a sinistra per immettersi in via Caduta del Forte.

L'impatto con la moto, proveniente ad alta velocità dal senso di marcia opposto, avvenne sul corso, quasi al centro della carreggiata: per Morelli, 30 anni, non ci fu niente da fare, mentre Alex Mammarella, la ragazza di 25 anni che viaggiava sul posto di dietro, in sella alla Triumph Speed guidata da Morelli, riportò diversi traumi. È già stato emesso l'avviso di chiusura delle indagini e a breve potrebbe essere formulata la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Barbara Del Bono a carico del conducente dell'autobus, accusato di omicidio colposo. La famiglia di Morelli è assistita dall'avvocato Marco Femminella, mentre Alex Mammarella è assistita dal legale Alberto Faccini.