Pescara, concorso Asl vinto dalla moglie di Pagano: 50 telefonate sospette

Contatti tra la moglie di Pagano e la commissione anche nel giorno dell'esame

PESCARA. Sono 50, telefonate e sms, le conversazioni scoperte tra la moglie del presidente Pdl del consiglio regionale, Nazario Pagano, e i 3 componenti della commissione d'esame della Asl di Pescara che, «a porte chiuse», hanno valutato la sua prova orale «molto brillante» dopo uno scritto da sesto posto. Una valutazione - lo scarto sulla seconda è stato di 0,795 punti - che ha fatto vincere a Graziella Soldato un posto da precaria alla Asl per 6 mesi, prorogato già 3 volte per quasi 2 anni. Parlano di «frequenti rapporti telefonici» tra Soldato e la commissione, le informative della squadra mobile mandate al pm Mirvana Di Serio.

TELEFONATE. A 2 giorni dagli interrogatori dei 3 dirigenti Asl accusati di abuso d'ufficio, sono i tabulati telefonici a dire che, nel giorno dell'esame, il 10 marzo 2010, la moglie di Pagano (non indagata) ha parlato due volte con Carla Granchelli, 59 anni di Pescara, componente della commissione e sua relatrice della tesi di laurea, e proprio con Granchelli c'è stato uno scambio di 6 sms in 4 minuti. Tra il 17 febbraio e il 30 marzo, Soldato ha sentito 29 volte, al telefono o via sms, anche il presidente della commissione Antonio Caponetti, 53 anni di Montesilvano. Sette i contatti, dal 5 al 31 marzo, con Giancarlo Diodati, 59 anni di Pescara, componente della commissione. Le telefonate tra la candidata a un posto da dirigente medico nel servizio di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica e i membri della commissione sono uno dei punti da approfondire nel faccia a faccia di martedì prossimo con gli investigatori, se gli indagati decideranno di rispondere alle domande.

ATTI NON FIRMATI. Un'altra domanda è già quasi certa: perché Caponetti, Granchelli e Diodati non hanno firmato le «dichiarazioni di non incompatibilità» nascondendo «rapporti stretti» con la moglie di Pagano? La Mobile, guidata da Pierfrancesco Muriana, ha scoperto che le dichiarazioni di non incompatibilità non sono state sottoscritte mentre questo stesso tipo di documenti è stato firmato in altri concorsi Asl. Con controlli a campione eseguiti dal sovrintendente Amerino Verì, la Mobile ha accertato che, in caso di atti non firmati, le dichiarazioni di non incompatibilità sono state rese in un secondo tempo nei verbali di insediamento delle commissioni. Ma per il caso della moglie di Pagano, non è accaduto né l'uno né l'altro.

«SVISTA». Su questo, la polizia ha chiamato a testimoniare funzionari della Asl. La prima è stata Annalisa Di Giovanni, dipendente dell'ufficio Gestione risorse umane, sentita come persona informata sui fatti: «Di Giovanni», dice l'informativa della Mobile, «dichiarava di non essere riuscita a rinvenire le dichiarazioni di non incompatibilità e di aver interpellato la segretaria della commissione, Lazzarina Calogiuri, che prendeva atto della richiesta asserendo che vi era stata una svista».

«A VOCE ALTA». Anche Calogiuri è stata sentita come testimone: nel concorso vinto da Soldato, così rivela Calogiuri agli investigatori, le dichiarazioni di non incompatibilità sono state fatte «a voce alta» e non per iscritto: «Ogni componente della commissione, dopo aver scrupolosamente visionato l'elenco dei nominativi», dichiara alla polizia, «constatava l'assenza di motivi di incompatibilità con ogni candidato riferendoli ad alta voce ai presenti». Oltre ai sospetti sulle 50 telefonate, però, c'è che Granchelli, nell'anno accademico 2004/2005, è stata relatrice della tesi di laurea della moglie di Pagano intitolata «Vantaggi e limiti del vaccino antivaricella».

«PROFITTO INGIUSTO». Squadra mobile e procura hanno calcolato in 45 mila euro l'«ingiusto profitto» assicurato a Soldato dalla commissione, «intenzionalmente». Ma non è l'unico vantaggio: il contratto semestrale della moglie di Pagano è stato prorogato e può essere rinnovato per 5 anni.

LEGGE NON RISPETTATA. Secondo l'indagine, nella composizione della commissione non è stata rispettata una legge, dpr 483/1997, citata però alla base del bando. Ascoltato come testimone, Vero Michitelli, dirigente del dipartimento Affari legali e del Personale, racconta alla polizia che la legge non è stata applicata fino in fondo per concludere il concorso «in tempi rapidi».

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