Pescara, crescono le tariffe degli impianti sportiviLa protesta delle società: sono troppo alte
Gli aumenti, dal 23 al 25%, riguardano tutte le strutture della città per allenamenti e gare. Le società dilettantistiche: "In queste condizioni è impossibile andate avanti"
PESCARA. Le società sportive della città sono nettamente contrarie all'aumento del 25 per cento delle tariffe per l'affitto degli impianti sportivi, deciso dall'assessorato allo Sport guidato da Nicola Ricotta. Per fare qualche esempio, per una gara ufficiale in uno dei campi di calcio comunali, come il San Marco o il Rampigna si devono sborsare dai 25 ai 54 euro. Una partita in notturna costa da 39 a 64 euro. Lo scorso anno per un'ora e un quarto di allenamento ci volevano 18,15 euro, adesso 22,32. Ma il provvedimento riguarda tutti gli impianti sportivi di Pescara, e dunque anche altri sport: per una partita di rugby o baseball ci vogliono 47 euro, per altre discipline sportive, come pallavolo, basket e pallamano, nei palazzetti polivalenti della città, 44. Una gara interregionale di ginnastica di quattro ore, può costare fino a 127 euro.
Come spiegano i dirigenti delle squadre pescaresi, solitamente l'aumento applicato era quello relativo agli indici Istat, quindi un semplice adeguamento. Quest'anno invece l'aumento è ben più sostanzioso, varia dal 23 al 25 per cento.
«Non siamo affatto d'accordo con questo aumento», dice Gino Di Lorito, segretario della Flacco Porto Pescara, «già paghiamo dai 500 ai 600 euro a settimana, con le nuove tariffe andremo sicuramente in difficoltà. Vorrà dire che saremo costretti a ridurre gli allenamenti. Ci avevano parlato di un piccolo aumento. Faremo sicuramente una contestazione al Comune».
Nemmeno Giovanni Mincarini del Dannunzio Marina è d'accordo: «Qualcosa sapevamo, ma non tutte le squadre di calcio hanno tutte queste possibilità. È ovvio che andremo in difficoltà, già spendiamo 16-18 mila all'anno, adesso sarebbe molto di più».
Non usa mezzi termini David Piperno, della società Pescaramanzia: «È una cosa vergognosa, intollerabile. Un aumento di questo tipo è inaccetabile, anche perché il servizio è scadente. Ci fanno iniziare tardi gli allenamenti, le docce spesso non sono calde, ci staccano la luce prima e gli spogliatoi sono sporchi. Poi ovviamente dobbiamo pagare in anticipo, altrimenti non ci fanno allenare, non come il Pescara che ha sempre agevolazioni».
Contrariato anche Alessandro Amicantonio, presidente del San Marco: «È davvero una scoppola, anche l'opposizione in consiglio comunale ha bloccato solo per sei mesi il provvedimento, bisognava agire per avere un aumento contenuto. Si poteva evitare di dare contributi solo ad alcune associazioni sportive, e contenere le tariffe per l'affitto degli impianti per tutti».
Secondo Ugo Cascini della Pro Tirino, si dovrebbe fare una distinzione tra campi in erba e in terra, facendo pagare meno chi gioca sui secondi. Per Alberto Carulli della Uisp, come per Genesio Pitucci dell'Asi, gli aumenti sono giusti, perché i campi di calcio non possono reggersi con i costi attuali. Entrambi, invece chiedono un diverso criterio nell'assegnazione degli impianti.
«Le tariffe andavano adeguate», afferma Massimiliano Vetraino, presidente della Dannunziana volley, «perchè troppo basse, ma il Comune deve offrire maggiori servizi». Anche a livello politico scoppia la polemica: «È inaccettabile», dice Moreno Di Pietrantonio del Pd, non si può mettere a rischio sopravvivenza questo settore che svolge un ruolo fondamentale sul piano educativo».
Polemico anche Massimiliano Pignoli (Fli): «L'assessore Ricotta aveva troppe domande, così facendo riduce quelle delle società povere, è una cosa allucinante». Dal Comune ridimensionano gli aumenti, parlando di adeguamenti fisiologici.
Come spiegano i dirigenti delle squadre pescaresi, solitamente l'aumento applicato era quello relativo agli indici Istat, quindi un semplice adeguamento. Quest'anno invece l'aumento è ben più sostanzioso, varia dal 23 al 25 per cento.
«Non siamo affatto d'accordo con questo aumento», dice Gino Di Lorito, segretario della Flacco Porto Pescara, «già paghiamo dai 500 ai 600 euro a settimana, con le nuove tariffe andremo sicuramente in difficoltà. Vorrà dire che saremo costretti a ridurre gli allenamenti. Ci avevano parlato di un piccolo aumento. Faremo sicuramente una contestazione al Comune».
Nemmeno Giovanni Mincarini del Dannunzio Marina è d'accordo: «Qualcosa sapevamo, ma non tutte le squadre di calcio hanno tutte queste possibilità. È ovvio che andremo in difficoltà, già spendiamo 16-18 mila all'anno, adesso sarebbe molto di più».
Non usa mezzi termini David Piperno, della società Pescaramanzia: «È una cosa vergognosa, intollerabile. Un aumento di questo tipo è inaccetabile, anche perché il servizio è scadente. Ci fanno iniziare tardi gli allenamenti, le docce spesso non sono calde, ci staccano la luce prima e gli spogliatoi sono sporchi. Poi ovviamente dobbiamo pagare in anticipo, altrimenti non ci fanno allenare, non come il Pescara che ha sempre agevolazioni».
Contrariato anche Alessandro Amicantonio, presidente del San Marco: «È davvero una scoppola, anche l'opposizione in consiglio comunale ha bloccato solo per sei mesi il provvedimento, bisognava agire per avere un aumento contenuto. Si poteva evitare di dare contributi solo ad alcune associazioni sportive, e contenere le tariffe per l'affitto degli impianti per tutti».
Secondo Ugo Cascini della Pro Tirino, si dovrebbe fare una distinzione tra campi in erba e in terra, facendo pagare meno chi gioca sui secondi. Per Alberto Carulli della Uisp, come per Genesio Pitucci dell'Asi, gli aumenti sono giusti, perché i campi di calcio non possono reggersi con i costi attuali. Entrambi, invece chiedono un diverso criterio nell'assegnazione degli impianti.
«Le tariffe andavano adeguate», afferma Massimiliano Vetraino, presidente della Dannunziana volley, «perchè troppo basse, ma il Comune deve offrire maggiori servizi». Anche a livello politico scoppia la polemica: «È inaccettabile», dice Moreno Di Pietrantonio del Pd, non si può mettere a rischio sopravvivenza questo settore che svolge un ruolo fondamentale sul piano educativo».
Polemico anche Massimiliano Pignoli (Fli): «L'assessore Ricotta aveva troppe domande, così facendo riduce quelle delle società povere, è una cosa allucinante». Dal Comune ridimensionano gli aumenti, parlando di adeguamenti fisiologici.
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