Pescara, detenuto si uccide in carcere
Dramma dietro le sbarre, M.R. 40 anni, di Pescara, stava scontando una pena di 3 anni e 6 mesi per reati vari contro il patrimonio. Capece (Sappe): "Sbagliato pensare che l'emergenza sociale sia superata"
PESCARA. Dramma dietro le sbarre. Un detenuto del carcere San Donato di Pescara si è ucciso questa mattina impiccandosi nella sua cella. L'uomo, 40 anni, di Pescara, le cui iniziali sono M.R, stava scontando una pena di 3 anni e 6 mesi per reati vari contro il patrimonio. L'allarme è scattato questa mattina nel corso del consueto giro d'ispezione nei bracci del carcere. Vani i tentativi per strapparlo alla morte. E' stata chiamata anche un'ambulanza del 118. Ma per M.R. non c'era più nulla da fare. I reati per i quali il 40enne stava scontando la condanna risalgono al 2011-2014. La direzione del carcere ha fatto scattare d'ufficio l'indagine interna.
«Questo nuovo drammatico suicidio evidenzia come i problemi sociali e umani permangono, eccome!»: lo dichiara, in una nota, il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), Donato Capece, commentando il suicidio di un detenuto nel San Donato di Pescara. «Il suicidio è la causa più comune di morte in carcere. L'uomo si è suicidato ieri sera - scrive Capece - Nemmeno i compagni di cella si sono accorti della tragica scelta, posta in essere impiccandosi alle sbarre della finestra. L'uomo aveva avuto altre detenzioni, sempre legate allo spaccio di droga». «Negli ultimi vent'anni - ricorda ancora il segretario Sappe - donne e uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila suicidi e impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Ma la situazione resta allarmante».