Pescara, espiantati gli organi di una donna suicida a Penne
Sì dei famigliari alla donazione degli organi di una donna di 50 anni
PESCARA. Non ce l'ha fatta. Non è sopravvissuta a quel colpo di pistola che si è sparata volutamente in testa per farla finita. Nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Pescara, non è stato possibile salvare la cinquantenne di Penne che due giorni fa ha deciso di togliersi la vita mentre era sola in casa ed è arrivata ormai in fin di vita allo Spirito Santo. La sua morte, però, consentirà ad altri di vivere meglio perché i familiari della donna hanno acconsentito all'espianto di organi ai fini della donazione in favore di soggetti in attesa di trapianto e così ieri alle 14 è stata avviata all'interno dell'ospedale di Pescara la complessa (e lunga) procedura, dopo il via libera arrivato anche dal magistrato.
L'iter in questione vede impegnate molte professionalità non solo all'interno del nosocomio ma anche per ciò che riguarda le equipe incaricate di eseguire l'espianto, una o più d'una, che arrivano in città da fuori. L'espianto è avvenuto in nottata e fino alla tarda serata di ieri non era ancora chiaro quali organi sarebbe stato possibile prelevare. Per uccidersi la donna ha usato una pistola del marito, una 6.35 regolarmente denunciata e conservata in un armadietto metallico, come hanno riferito successivamente i carabinieri della compagnia di Penne che si sono occupati del caso. A trovare il corpo privo di sensi, sul letto, è stata la figlia della cinquantenne, che ha chiesto aiuto facendo intervenire sul posto l'elicottero del 118, per il trasporto all'ospedale. Lì si sono spente tutte le speranze di vederla uscire dal coma mentre il via libera alla donazione ha fatto spalancare nuove prospettive di vita per le persone che riceveranno i suoi organi e sono in attesa di un trapianto.
(f.b.)
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