Pescara, falsi certificati: assolto ex medico del carcere

Sentenza dopo otto anni dall’arresto di Giuliani: scagionati dal tribunale anche tre guardie carcerarie, un infermiere e quattro detenuti dell’epoca

PESCARA. Era stato arrestato ai domiciliari il 22 aprile 2005 e per quaranta giorni era rimasto rinchiuso nella sua casa con l’accusa di aver falsificato certificati medici restituendo la libertà, sosteneva l’accusa, a tre detenuti grazie ai suoi certificati. Sono trascorsi sei anni dalla richiesta di processo che il pm Gennaro Varone fece per il medico Vincenzo Felice Giuliani all’epoca dirigente dell’area sanitaria del carcere di San Donato da 15 anni: il dottore pescarese è stato assolto – alcuni reati sono stati dichiarati prescritti – dal collegio presieduto da Carmelo De Santis che ha azzerato l’inchiesta per falso, truffa e corruzione ritenendo estranee anche le altre otto persone implicate nel fascicolo tra cui tre guardie carcerarie, un infermiere e quattro ex detenuti.

«Ho sempre effettuato le visite, riscontrato le patologie e stilato le diagnosi», aveva detto il medico al giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis durante l’interrogatorio sostenendo anche che i tre agenti di polizia penitenziaria coinvolti, ai quali aveva rilasciato certificati medici considerati sospetti, erano suoi pazienti di cui conosceva perfettamente le condizioni. L’inchiesta era partita da un semplice certificato medico con il quale Giuliani aveva stabilito, come sostenne il pm, un’incompatibilità temporanea con il carcere, di 3-4 mesi, di un detenuto, rimesso in libertà dal gip e mai tornato in cella. Ma il collegio presieduto da De Santis e composto dai giudici a latere Gianluca Falco e Sergio Casarella, ha scagionato il medico difeso dall’avvocato Anna Maria Petrei Castelli, così come ha assolto gli ex detenuti Achille ed Ersilia Spinelli, difesi dall’avvocato Luca Sarodi per cui è caduta l’accusa di falso. Assolto anche Mario Spinelli assistito da Alfredo Forcillo.

Nell’inchiesta l’infermiere del carcere era accusato di aver contraffatto il registro delle prescrizioni mediche dell’infermeria del carcere per evitare la detenzione a una rom, mentre un agente della polizia penitenziaria doveva rispondere ancora di falso e truffa perché, in due circostanze, avrebbe beneficiato dei certificati medici di Giuliani. Il tempo trascorso ha dichiarato prescritti alcuni reati facendo uscire dal fascicolo anche gli agenti e l’infermiere – alcuni reati sono stati prescritti e per altri c’è l’assoluzione. Gli ex imputati sono stati assistiti dagli avvocati Fabio Corradini, Paolo Marino, Marcello Cordoma, Alfredo Testa e Vittorio Supino. (p.au.)

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