Pescara, i balneatori danno la caccia al ladro con il cappuccio / VIDEO
Cinque colpi in cinque giorni a Lido Beach, Sirenetta, Plinius, Apollo e Gilda. Pagliari esasperato: «Adesso basta, sono pronto a farmi giustizia da solo»
PESCARA. Giubbotto nero con il cappuccio calato in testa, una leggera barba, giovane, media statura: è lui l’incubo dei balneatori che negli ultimi giorni sono tornati a essere preda sicura del balordo di turno. Lo scorso inverno era successa la stessa cosa, ed era stato proprio uno dei balneatori preso di mira a ripetizione, a individuarlo e a consegnarlo alla polizia. Stavolta l’esasperazione è tanta che uno dei cinque balneatori derubati arriva a dire: «Stavolta mi faccio giustizia da solo».
Uno sfogo che racconta la rabbia degli operatori che a fronte di bottini di pochi spiccioli per il ladro di turno, si trovano a fare i conti con danni per centinaia di euro. E nonostante i sistemi di allarme, le telecamere e tutte le vetrate antisfondamento.
«Per me è il terzo furto», dice Fabio Tiberi del Lido Beach, «dopo aver messo 16 telecamere, le finestre antisfondamento e l’antifurto che si aziona in 30 secondi mi preparo a prendere anche l’ultimo ritrovato, un antifurto che appena viene forzata la porta rilascia una nebbiolina che acceca il ladro. Che altro posso fare?». Da lui, come raccontano le telecamere, il ladro è andato alle 7.18 del 23 dicembre. Dalle immagini si vede il giovane che dopo un rapido giro si sofferma su una finestra antipanico della cucina che riesce a forzare con un calcio al profilo dell’infisso. «Mancano due palmari e un tablet», racconta Tiberi, «ma a questo punto non so neanche se li ha presi lui o qualcuno che è entrato dopo visto che il locale è rimasto incustodito fino alle 11». Di certo, appena uscito dal Lido, il ladro si è intrufolato nel locale quasi adiacente, “La Sirenetta”, ma passando dalla spiaggia. Ha tagliato il tendone ed è entrato, alle 7,30. «Per pura casualità non c’era dentro la donna delle pulizie che aveva preso un giorno, altrimenti sarebbe morta d’infarto», riferisce Z.P., il titolare della Sirenetta convinto che il ladro dal cappuccio nero sia qualcuno che prima di colpire fa dei sopralluoghi, si finge cliente, in ogni caso si fa prima un’idea di come dovrà muoversi. «Altrimenti come ha fatto ad andare dritto al computer? Il cassetto della cassa è proprio lì sotto e lì è andato a cercare, senza riuscire a trovare nulla però, perché dopo che ha suonato l’allarme collegato al mio telefonino ho messo l’ascolto ambientale. Evidentemente sentendo la mia voce è scappato. Non ha preso niente», conclude l’imprenditore, «ma mi ha lasciato un danno di circa mille euro, quanto costa il nuovo tendone».
Il giorno dopo, la Vigilia, intorno alle 18,30 è toccato al Plinius. Anche qui danni da centinaia di euro solo per pochi spiccioli: con il ristorante chiuso il solito ladro dal cappuccio nero ha sfondato con un calcio la vetrata sul retro del ristorante chiuso e poi scappato con due valigette con i trapani e pochi spiccioli. «Non se ne esce» commenta il titolare Lorenzo Papa, «hai voglia a mettere i vetri antisfondamento, se non c’è la certezza della pena... ». È furioso Domenico Pagliari, di Apollo, dove il ladro è andato la settimana precedente, quando ha colpito anche al Gilda. La seconda volta in pochi giorni, la decima negli ultimi anni per Pagliari: «Alle tre di mattina ha rotto la finestra del bagno e ha portato via un televisore al plasma. È sempre lo stesso, sempre con il cappuccio nero e lo stesso modo di agire. Ma se lo becco ci penso io, lo sto cercando. Sono pronto a farmi giustizia da solo, tanto anche se le forze dell’ordine li prendono, poi li rimettono subito fuori».