Pescara, il Comune presenta il progetto per piazza Salotto
Convegno in Comune sui 70 anni dal bombardamento della città, il sindaco presenta il progetto della nuova piazza
PESCARA. Ieri, oggi, domani. Il «film» su Pescara, «La città bombardata, la città ricostruita e la città che verrà», è stato dibattuto ieri nella sala consiliare del Comune, in occasione del settantesimo anniversario del bombardamento, durante la seconda guerra mondiale, degli Alleati, che cade oggi (in realtà, le date sono anche altre tre: del 31 agosto, del 17 e del 20 settembre). Una tripartizione temporale, moderata dal giornalista Marco Camplone, e scandita dallo storico e consigliere delegato al recupero e valorizzazione del patrimonio della città Licio Di Biase; da Roberto Mascarucci, professore ordinario di Urbanistica all’università d’Annunzio; e dal sindaco Luigi Albore Mascia.
«All’epoca», ha ricordato Di Biase, riferendosi ai B24-Liberator con la loro gragnuola di carico esplosivo, «Pescara fu distrutta all’incirca per l’80% nei suoi edifici, mentre perirono in totale circa 4000 persone: tra gli altri, furono abbattuti la stazione ferroviaria, la chiesa di san Giacomo e quella del Rosario. Ma», ha precisato, «dove non sono riusciti il tempo e la guerra, è riuscita la speculazione. Si pensi all’edificio di Villa Sabucchi: un edificio di pregio solo lesionato dalle bombe, ma abbattuto dopo volontariamente. E dire che lì vi dormì per due notti Vittorio Emanuele II, prima di incontrare Garibaldi».
Un periodo post-bellico descritto da Mascarucci ripercorrendo i sette piani regolatori della città che si sono susseguiti dal 1947 al 2007, con una città nata con’idea, ma finita con un’altra. «Partita con l’architetto Luigi Piccinato», ha spiegato l'urbanista, «che aveva in mente una città-giardino, cioè con un progetto molto razionale e organizzato, e modellata su 80.000 abitanti, Pescara poi è andata man mano smarrendosi. Anche perché», ha ricordato lo studioso, «la legge urbanistica in vigore è rimasta sempre quella del 1942, mentre invece Pescara andava cambiando. Pescara rappresenta un modello tradito di città, per questi suoi ultimi sei decenni, in qualche modo messo in rilievo anche da Antonio Cederna, sulle pagine del “Mondo” di Mario Pannunzio, con l'articolo “L’imbroglio di Pescara”. Direi, dunque», ha concluso, «che Pescara è una magia che non ha funzionato. E ora va ripensata alzando gli edifici, per recuperare spazi a terra». Una città del futuro, che il sindaco interpreta soprattutto con la realizzazione di tre progetti, già presentati nei mesi scorsi alla città: ovvero una riqualificazione delle aree di risulta, con teatro annesso; la pedonalizzazione di corso Vittorio Emanuele II, ora rafforzata dalla decisione del Comitato di valutazione d'impatto ambientale, che ha dato l’ok alla filovia (la quale appunto dovrebbe solcare quest’arteria); e un rinnovo di piazza della Rinascita. «Pescara va ripensata come città dei servizi, come pure vi dovranno essere introdotti nuovi parcheggi per le automobili. Dev’essere riqualificata e valorizzata e deve ripartire dopo l’altro bombardamento che ha subìto, al pari di tutti: quello della crisi», ha rimarcato il primo cittadino.
Due tuttavia gli appuntamenti di oggi che ricorderanno la tragedia di 70 anni fa: alle 10, al sacrario civile (cimitero di Colle Madonna) e alle 11 al Cippo su corso Vittorio Emanuele.
Vito de Luca
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