Pescara, Imu e aumento canoni AterRapagnà: sarebbero illegittimi e arbitrari
L’Imu, la tassa sulla casa colpirebbe le 4.500 famiglie locatarie. L'assessore Di Paolo: Lotteremo per evitare una tassa iniqua
PESCARA. «Un eventuale aumento dei canoni di locazione degli alloggi Ater di Pescara sarebbe del tutto arbitrario, illegittimo e incostituzionale». Non usa mezzi termini Pio Rapagnà del Movimento inquilini assegnatari del sindacato Mia Casa d'Abruzzo, nel rispondere al commissario Paolo Costanzi, che ha paventato un possibile aumento, fino a tre volte dei canoni, per far fronte al pagamento della nuova tassa sulla casa, l'Imu. Infatti l'ente strumentale della Regione rischierebbe il tracollo non potendo far fronte al pagamento della tassa. L'unica alternativa sarebbe un aumento del 70 per cento.
«L'imposta municipale unica», spiega Rapagnà, che rappresenta la maggior parte delle 4.500 famiglie assegnatarie, «si applica ai proprietari, l'inquilino non è tenuto a pagare nulla. Anche nel caso volessero aumentare i canoni, ricordo che loro non sono i padroni, ma devono rispettare le leggi. In ogni caso come si potrebbe chiedere soldi in più a chi non ne ha? Però, se vogliono la guerra siamo pronti a tornare a combattere e poi un commissario non può permettersi di fare annunci di questo tipo che mettono in allarme migliaia di famiglie».
Poi Rapagnà fa un richiamo alla politica regionale: «L'Ater deve rivolgersi alla Regione, in quanto unico ente che può indicare come comportarsi con l'Imu e deve assumersi la responsabilità di chiarire questo allarme lanciato dall'Ater. La verità purtroppo è che in questi anni non hanno saputo amministrare un bene pubblico preziosissimo».
Il rappresentante del Movimento inquilini annuncia anche che verranno raccolte le firme lo scioglimento dell'ente attraverso un'iniziativa referendaria abrogativa della legge regionale numero 44 del 1999.
A rispondere è l'assessore regionale all'Edilizia residenziale Angelo Di Paolo: «Ho parlato con Costanzi che mi ha palesato le sue preoccupazioni, viste anche le difficoltà dell'Ater. Non è mai accaduto che venisse tassata l'edilizia residenziale pubblica, come si potrebbe chiedere l'aumento ai ceti meno abbienti? Sarebbe un vero disastro per le casse dell'Ater, ma anche per la Regione che non potrebbe far fronte a questa situazione. La Conferenza delle Regioni sta lavorando con il governo affinché l'Imu non venga prevista. Posso assicurare che noi lavoreremo per fare in modo che questa tassa improponibile e iniqua non passi».
Conosce le difficoltà dell'ente anche Armando Foschi, presidente dell'Ater dal 2002 al 2005: «La reintroduzione della tassa sulla casa nuocerebbe molto, vista la situazione di sofferenza. L'abolizione dell'Ici ha solo temporaneamente bloccato il problema. Per gli appartamenti Ater, poi, c'era un'anomalia già all'epoca, visto che erano accatastati come A4, ma pagavano come A3. In pratica le uscite erano maggiori dei ricavi».
«L'imposta municipale unica», spiega Rapagnà, che rappresenta la maggior parte delle 4.500 famiglie assegnatarie, «si applica ai proprietari, l'inquilino non è tenuto a pagare nulla. Anche nel caso volessero aumentare i canoni, ricordo che loro non sono i padroni, ma devono rispettare le leggi. In ogni caso come si potrebbe chiedere soldi in più a chi non ne ha? Però, se vogliono la guerra siamo pronti a tornare a combattere e poi un commissario non può permettersi di fare annunci di questo tipo che mettono in allarme migliaia di famiglie».
Poi Rapagnà fa un richiamo alla politica regionale: «L'Ater deve rivolgersi alla Regione, in quanto unico ente che può indicare come comportarsi con l'Imu e deve assumersi la responsabilità di chiarire questo allarme lanciato dall'Ater. La verità purtroppo è che in questi anni non hanno saputo amministrare un bene pubblico preziosissimo».
Il rappresentante del Movimento inquilini annuncia anche che verranno raccolte le firme lo scioglimento dell'ente attraverso un'iniziativa referendaria abrogativa della legge regionale numero 44 del 1999.
A rispondere è l'assessore regionale all'Edilizia residenziale Angelo Di Paolo: «Ho parlato con Costanzi che mi ha palesato le sue preoccupazioni, viste anche le difficoltà dell'Ater. Non è mai accaduto che venisse tassata l'edilizia residenziale pubblica, come si potrebbe chiedere l'aumento ai ceti meno abbienti? Sarebbe un vero disastro per le casse dell'Ater, ma anche per la Regione che non potrebbe far fronte a questa situazione. La Conferenza delle Regioni sta lavorando con il governo affinché l'Imu non venga prevista. Posso assicurare che noi lavoreremo per fare in modo che questa tassa improponibile e iniqua non passi».
Conosce le difficoltà dell'ente anche Armando Foschi, presidente dell'Ater dal 2002 al 2005: «La reintroduzione della tassa sulla casa nuocerebbe molto, vista la situazione di sofferenza. L'abolizione dell'Ici ha solo temporaneamente bloccato il problema. Per gli appartamenti Ater, poi, c'era un'anomalia già all'epoca, visto che erano accatastati come A4, ma pagavano come A3. In pratica le uscite erano maggiori dei ricavi».
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