Pescara, l'Aca invia fatture doppie per l'acqua

Protesta delle famiglie: abbiamo già pagato e ora ci chiedono altri soldi

PESCARA. Acqua staccata ad interi condomini, ingiunzioni di pagamento su fatture già pagate da anni, bollette a più zeri inviate agli utenti sbagliati. «Non se ne può più, la confusione tra Aca e Soget è totale», afferma Lorenzo Massacese che amministra più di 30 condomini. Pochi giorni fa, la notizia di un palazzo con 50 famiglie lasciato senz'acqua. Ma non si tratta di un caso isolato, è solo la punta di un iceberg che nasconde una serie di mancanze e disservizi, compresa una cattiva comunicazione tra l'Aca, l'azienda che gestisce il servizio idrico, e la Soget, la società di riscossione crediti a cui l'Aca ha ceduto parte dei suoi. In tutto, secondo la dirigenza dell'Aca, si tratterebbe di 6,5 milioni di euro da recuperare.

«È chiaro che l'acqua si deve pagare», afferma Lorenzo Massacese, amministratore di immobili associato a Confedilizia, «ma non se ne sono accorti fino ad oggi? E poi, sono legali i metodi che stanno applicando?». Massacese è uno dei tanti amministratori alle prese ogni giorno con disguidi e richieste di pagamento, ma anche con il disagio delle famiglie che si ritrovano senz'acqua dai rubinetti. «Il regolamento dell'Aca è chiaro», spiega Massacese, «parla di sospensione della fornitura in caso di morosità, con la garanzia però di un quantitativo di acqua per gli usi essenziali».

Si tratta di 50 litri al giorno per ogni persona, nel caso di utenze domestiche. L'articolo 22 del regolamento dell'azienda acquedottistica aggiunge però che «per i condomini morosi la cui fornitura avviene tramite contatore generale, si procede alla sospensione totale dell'acqua».

È così che, con questo metodo, un'intera comunità di abitanti finisce per rimanere senz'acqua pur avendo regolarmente pagato. Ma non basta. Massacese lamenta, carte alla mano, i continui disagi a cui gli utenti vengono sottoposti. Tra le altre, un'ingiunzione di pagamento da parte della Soget datata 16 agosto 2011 per una fattura pagata nel gennaio dello stesso anno; un sollecito del 5 novembre 2009, pagato il giorno successivo, che viene comunque richiesto con un'ingiunzione di pagamento nel gennaio 2012. Una carrellata di bollette per migliaia di euro già saldate alla Soget, ma che all'Aca risultano ancora dovute.

«Per ora ho controllato solo tre dei circa 30 condomini che amministro», spiega Massacese, «e ho già trovato 20mila euro richiesti pur essendo già stati pagati. Tutto questo è assurdo, tra Aca e Soget manca la comunicazione di base e chi ci rimette sono gli utenti e gli amministratori». Scambi di indirizzi e codici fiscali errati, fatture intestate a defunti o ad aziende fittizie, interi condomini intestati a privati. Il campo in cui si muove l'Aca sembra soggetto ad una serie di variabili che finiscono per abbattersi sull'utente finale.

«L'altro giorno ad esempio», continua l'amministratore, «mi è arrivata una bolletta molto alta che fortunatamente non ho pagato subito, visto che c'erano dentro anche i costi dovuti da due palazzi che non amministro io». Per un periodo di tempo poi, sembra che la Soget abbia ceduto l'appalto ad un'altra ditta, la Gioseta di Gioia Tauro, che poi ha chiuso i battenti. «Ovviamente anche in questo caso», chiosa Massacese, «le fatture pagate alla Gioseta attraverso i bollettini, alla Soget risultavano scoperte». Nella confusione che aleggia, l'Aca, diretta da Bartolomeo Di Giovanni, non si ferma a pensare ma va dritta al punto: vuole recuperare subito i soldi.

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