Pescara, l’Aca stacca l’acqua a due palazzi con 50 famiglie
Via della Bonifica, un gruppo di residenti non paga le bollette e ora l’azienda vuole mettere i sigilli a tutti i contatori. Sollecito mandato con due giorni d’anticipo
PESCARA. Con l’Aca che si dibatte tra possibili scioglimenti del cda, i partiti che cercano un presidente dopo il coinvolgimento in un’inchiesta penale di Ezio Di Cristoforo, un’altra lettera di sollecito per cinquanta famiglie, com’è accaduto già in altre occasioni per altri edifici, è arrivata l’altroieri in un condominio di via della Bonifica, ai numeri 112 e 114. In sostanza, dice la missiva, se i conti relativi al pagamento dell’acqua non verranno saldati, da oggi si avrà una diminuzione della pressione idrica. Dunque, cinquanta famiglie circa che da oggi potranno avere problemi per bere, cucinare e lavarsi. Lo ha segnalato, allarmato, l’amministratore dei due palazzi, a due passi dal parco d’Avalos, Vincenzo De Camillis. Che, per la vicenda, ha annunciato un esposto alla procura di Pescara: «In sostanza», precisa l’amministratore, «da oggi i due condomìni potrebbero restare senz’acqua, poiché il riduttore di pressione che l’azienda verrà a porre sul contatore impedirà all’acqua di giungere nelle abitazioni. In quanto», spiega, «man mano che la pressione scenderà, l’acqua non riuscirà più a salire, attraverso l’autoclave, nei piani superiori. Questi due condomìni hanno 5 piani, e sicuramente l’acqua non riuscirà ad arrivare più, nel giro di due o tre ore, neanche al secondo piano».
La faccenda riguarda un mancato saldo delle bollette da parte di alcuni condòmini – il 30 per cento circa di essi, di cui fisiologicamente, riferisce sempre l’amministratore, la metà normalmente non paga mentre l’altra lo fa con ritardo –, e che l’azienda, legittimamente, reclama. «Il punto è, però», sottolinea De Camillis, «che con la riforma del regolamento condominiale, l’Aca non potrebbe procedere in questo modo. Tant’è che ne ho parlato anche con l’ufficio legale dell’azienda, dal quale mi hanno dato ragione. Ma i dirigenti non ne vogliono sapere nulla. Sono andati avanti lo stesso. Con la nuova normativa, invece», continua, «non avrebbero dovuto mandare un decreto ingiuntivo, ma richiedere soltanto, invece, i nominativi dei morosi. Sui quali, poi, è eventualmente possibile rifarsi». Tuttavia i due giorni utili per il saldo scadranno oggi: e tutti i condòmini, per il mancato pagamento di alcuni, dovranno approvvigionarsi altrove del cosiddetto oro blu. «Io, in questo senso, non posso fare granché», prosegue l’amministratore, «ma è mia intenzione presentare un esposto in procura, per cercare di capire se il comportamento dell’Aca sia stato corretto».
Il tutto rientra in un piano di rientro del credito che l’azienda ha accumulato, si calcola, nei confronti di 30 mila utenti, di circa 58 milioni di euro. Un tesoretto che deve tornare in cassa, e per il quale è possibile che tra il mese in corso e quello successivo, ottobre, potrebbero essere limitati, come nel caso di via della Bonifica, o addirittura completamente staccati, più o meno 10 mila contatori tra Pescara e Montesilvano.
Vito de Luca
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