Pescara: la truffa viaggia in Rete, 11 arresti e 22 indagati / VIDEO

Aveva base in città la banda dei falsi annunci di vendita: i clienti pagavano su carte ricaricabili salvo poi ricevere nulla. Un "giro" da 210mila euro

PESCARA. La truffa viaggia in Rete. Associazione per delinquere dedita alla commissione di truffe e di illecito utilizzo di strumenti di carte di credito: questa l'accusa che ha fatto scattare questa mattina 11 arresti da parte della polizia postale e altri 22 avvisi di garanzia a Pescara e nelle Marche. Un'organizzazione che aveva base in città e che operava in tutta Italia tramite la pubblicazione online di annunci di beni in vendita. Gli acquirenti pagavano ricaricando della carte ricaricabili salvo poi ricevere nulla. Dei 33 indagati, in otto sono finiti agli arresti domiciliari (fra i quali una donna) e in tre  sottoposti all’obbligo di dimora (tra cui una donna). Sono tutti di Pescara e provincia, alcuni hanno precedenti anche per reati dello stesso tipo.

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Il "pacco" è servito: come funzionava la truffa online scoperta a Pescara
Le immagini della polizia postale che hanno consentito di scoprire l'organizzazione e fatto scattare gli 11 arresti e 22 avvisi di garanzia

L'inchiesta è stata condotta dal Compartimento della polizia postale e delle comunicazioni di Pescara coordinata dalla Procura e ha visto impegnati gli investigatori della Sezione “E- Commerce”. Gli arresti sono stati eseguiti in collaborazione con gli agenti  del Compartimento polizia postale di Ancona, della  squadra mobile e del Reparto prevenzione crimine Abruzzo. Oltre un centinaio le truffe scoperte.

Sugli annunci venovano posti in vendita oggetti hi-tech, notebook, strumenti musicali, motori fuoribordo etc. I truffatori ottenevano che i compratori  pagassero effettuando le ricariche sulle carte prepagate ricaricabili.  E poi scomparivano. Approfittando delle distanza tra il luogo delle proposta e quello di acquisto - facevano credere alla vittima che il bene esistesse davvero attraverso telefonate e a volte fotografie.

Gli agenti della Postale hanno acquisito le immagini dei prelievi effettuati agli sportelli, e controllato per circa 4 mesi i flussi su 37 carte prepagate ricaricabili  (individuate anche attraverso l’analisi dei dati inseriti nella Banca Dati Interforze). Il "giro" scoperto ammonterebbe ad oltre 210mila euro. E coloro che prelevavano le somme di denaro  sono risultati diversi dagli intestatari.