Pescara, lascia tutto alla moglie del badante e muore

L’ottantenne fa testamento nello stesso giorno in cui si sente male. Coppia denunciata per circonvenzione d’incapace

PESCARA. Ai Colli in tanti, tra i vicini di casa, lo ricordano per la sua “parsimonia”. Vedovo, senza figli, il meccanico in pensione a ottant’anni si ritrovava un patrimonio di oltre mezzo milione di euro tra libretti di risparmi, titoli bancari, due appartamenti e un terreno. Ma, sempre ai Colli, dove abitava, in tanti lo ricordano com’era diventato negli ultimi tempi, a causa del morbo di Alzheimer che ne aveva cambiato abitudini e carattere. Logorroico, irritabile, con la memoria che andava e veniva, e che spesso gli procurava stati confusionali, il pensionato non riusciva a curare più neanche la sua igiene personale e ancor meno quella di casa sua, dove i fratelli avevano dovuto far intervenire una ditta di pulizie per cancellare il degrado che stava inghiottendo il congiunto.

Una situazione che è peggiorata progressivamente (considerando anche il diabete da tenere sotto controllo con i farmaci) e che a gennaio di quest’anno ha indotto i familiari a chiedere aiuto a un vicino arrivato ad abitare accanto al pensionato lo scorso ottobre: in cambio di una piccola cifra, fratello e sorella incaricano l’uomo, un pescarese di mezza età, di somministrare le medicine al fratello nella fascia serale. Da gennaio saltuariamente e da marzo, con le condizioni dell’ottantenne che vanno peggiorando, quotidianamente.

Ma poi succede l’incredibile. E cioé che l’anziano, in stato delirante, il 18 maggio viene ricoverato d’urgenza in ospedale dove muore il 23 maggio. E si scopre che appena pochi giorni prima, il 14 maggio, non solo aveva avuto un primo malore (diagnosticato in disturbo del comportamento e morbo di Alzheimer per cui il medico richiede le cure domiciliari), ma anche che l’ottantenne quello stesso giorno aveva redatto un testamento olografo, interamente scritto da lui e senza la presenza di un notaio, in cui lasciava tutto alla moglie del badante che gli somministrava le medicine serali. Una coincidenza temporale troppo sospetta per i familiari che ovviamente, conoscendo le condizioni di salute del fratello e il suo scarso grado di scolarizzazione, non credono che possa aver scritto tutto da solo, usando frasi e termini assolutamente inusuali per lui, e addirittura inserendo il suo codice fiscale. Oltretutto a vantaggio di una donna, sostengono i familiari, che il congiunto neanche conosceva considerando che l’unico rapporto con quella famiglia, peraltro non di convivenza ma limitato alla mera somministrazione di farmaci nelle ore serali, era solo con il marito.

Quanto basta per indurre fratello e sorella a rivolgersi a un avvocato e a denunciare la coppia per circonvenzione d’incapace, in quanto avrebbero approfittato della patologia dell’anziano inducendolo a nominare quale erede esclusiva la donna. E mentre l’iter giudiziario prende il suo avvio, lo studio legale associato Ciattoni chiede e ottiene, in ambito civilistico, il sequestro giudiziario di tutto l’asse ereditario che viene affidato a un custode, onde evitare che nel frattempo soldi e beni spariscano. Intanto le indagini vanno avanti anche per cercare di chiarire le effettive cause che hanno portato alla morte repentina dell’ottantenne il quale nello stesso giorno redige il testamento e si sente male fino a morire di lì a poco. Quando, pochi giorni dopo, la beneficiaria del testamento pubblica l’atto da un notaio che a sua volta lo comunica agli eredi diretti. E a quel punto, è l’inizio di giugno, a detta dei familiari diventa finalmente chiara anche la frase che dopo la tragedia aveva rivolto loro la vicina risultata poi beneficiaria del patrimonio: «Tanto poi ci mettiamo d’accordo per trovare una soluzione». Accordo impossibile per la famiglia, determinata invece a chiarire le troppe coincidenze che hanno accompagnato la morte del congiunto. È per questo che gli accertamenti dei carabinieri proseguono, con decine di vicini di casa del defunto chiamati a testimoniare nella caserma dei Colli dove sono stati ascoltati anche i medici che hanno tenuto in cura il povero ottantenne.

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