Pescara, Mascia bacchetta una preside
La lettera: "Canzonette di partito e inno stravolto alla cerimonia del 25 aprile"
PESCARA. Una versione riveduta e corretta dell’inno di Mameli durante una cerimonia con i bambini per il 25 aprile ha scatenato la reazione della mamma di un’alunna della scuola 11 febbraio ’44, che in una lettera al Centro si è detta indignata anche per le «canzonette tipo Oh Bella Ciao, con bambini costretti a battere le mani a tempo». La missiva non è passata inosservata al sindaco Luigi Albore Mascia, che ha inviato una nota ad Assunta D'Emilio, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo 7 sottolineando come «una madre ha manifestato tutto il proprio disagio per le modalità con le quali la scuola da Lei diretta, e frequentata dalla figlia, ha scelto di celebrare la ricorrenza del 25 aprile, ospitando una manifestazione promossa da un'associazione cittadina e che si sarebbe trasformata in una “conviviale di partito”, alla presenza, peraltro, in rappresentanza del Comune, dell'assessore alla Pubblica istruzione Roberto Renzetti, invitato esterno all'iniziativa, che ha seguito con non poco imbarazzo l'evento».
Ha aggiunto Mascia: «Come sindaco e come cittadino, non posso non esprimere il mio sconcerto e il mio disappunto, facendo mio il disagio della madre, per quanto accaduto nel corso della cerimonia alla presenza dei bambini della scuola elementare, resi partecipi e protagonisti involontari in canzoni che hanno chiaramente un marchio politico. Ma, in tutta onestà, ritengo ancora più grave che a quegli stessi studenti di 6-7 o 8 anni sia stato insegnato un inno di Mameli, ossia l'inno di tutti gli italiani, in una versione riveduta e corretta, modificandone addirittura il testo, quasi fossimo a un karaoke. In qualità di rappresentante delle istituzioni, mi corre l'obbligo rammentare che le parole originali dell’inno di Mameli hanno un significato storico profondo, emozionante, che tutti devono portare nel proprio cuore, a partire dai bambini, ricordando che, in nome di quei valori di Patria, libertà e democrazia che ritroviamo nel nostro inno, tanti giovani hanno sacrificato la propria vita per il nostro futuro. L'inno d'Italia è unico, dobbiamo custodirlo gelosamente tra i nostri valori più cari, senza stravolgimenti né superficiali rivisitazioni storico-linguistiche, specie da parte di una scuola che ha il compito primario di formare le future generazioni, insegnando loro il valore delle istituzioni, e lasciando la politica, di qualunque colore essa sia, al di fuori delle proprie mura. La invito sin d'ora a partecipare, con i suoi studenti, alle prossime cerimonie istituzionali ufficiali che l’amministrazione comunale organizzerà in occasione delle future ricorrenze nazionali, come la Festa della Repubblica, o anche, il prossimo anno, la Festa del 25 aprile».