CORONAVIRUS
Pescara, no alle aule bunker a scuola: protestano i genitori
Contestata la scelta di realizzare quattro aule nella palestra di Borgomarino: "Lì i nostri bambini dovrebbero passare otto ore al giorno"
PESCARA. «Siamo pronti a manifestare sotto il Comune di Pescara assieme ai nostri bambini contro le aule bunker nelle quali dovrebbero passare otto ore al giorno. Non possiamo accettare che i nostri figli siano costretti in aule senza adeguata insonorizzazione, illuminazione ed areazione». A dirlo sono i genitori degli alunni della scuola primaria Borgomarino di Pescara che contestano la scelta di realizzare quattro aule all'interno della palestra dell'istituto - che dovrebbero ospitare complessivamente un centinaio di bambini - e chiedono l'individuazione di scelte alternative.
«Ci sembra impossibile che la Asl - si legge in una nota - chiamata in causa da noi genitori e non dal Comune possa dare il suo assenso dopo aver visto dal vivo le aule bunker, indicate dal Comune di Pescara e dalla dirigente scolastica come la soluzione per la sicurezza anticovid. Abbiamo già chiesto in sede di Consiglio d'istituto di istituire finalmente un tavolo tecnico tra i decisori e i responsabili della sicurezza, al quale far sedere anche noi genitori ed i tecnici di parte, per proporre soluzioni alternative interne alla scuola scartate in precedenza». Secondo i genitori la scuola «dispone di spazi comuni che potrebbero essere trasformati in aule, si potrebbero allargare le aule esistenti garantendo ai bambini quelle condizioni di vivibilità e salubrità che il Comune assicura agli alunni di tutte le scuole di Pescara senza peraltro creare problemi gestionali di mensa e didattica».
Inoltre «esiste la reale possibilità di utilizzare locali di privati (oltre che pubblici) in affitto, locali già adeguati e funzionali nelle strette vicinanze del plesso che la nostra dirigente e il Comune non hanno voluto considerare, possibilità che il ministero dell'Istruzione ha più volte ribadito, per cui sono stati disposti già i fondi e che molte scuole già hanno adottato».
«Noi genitori - si prosegue nella nota - non siamo in alcun modo disposti a rinunciare alla salute dei nostri figli mandandoli in ambienti inadatti ed a compromettere il loro percorso didattico per scelte inappropriate compiute da altri senza neppure chiederci cosa ne pensavamo». «Se anche questa nostra richiesta cadrà nel vuoto - annunciano - siamo disposti alla protesta portando i nostri figli negli uffici comunali dove finestre e luce non mancano e continueremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per assicurarci di essere ascoltati». (ANSA).