Pescara, oculistica senza anestesisti: 12 pazienti mandati a casa
Il reparto Oculistica dell’ospedale civile si è fermato: niente operazioni per dodici pazienti
PESCARA. Ieri il reparto Oculistica dell’ospedale civile si è fermato. Dodici pazienti, che dovevano essere operati alla cataratta e si dovevano sottoporre al trattamento per la cura contro la maculopatia, sono stati mandati a casa. Il motivo? Mancavano gli anestesisti. Secondo quanto hanno raccontato alcuni familiari dei pazienti, sarebbe stato in servizio un solo anestesista, tra l’altro impegnato per alcune urgenze.
«Mio marito è affetto da maculopatia», spiega una donna che preferisce rimanere anonima, «dopo una cura di tre giorni a casa, oggi (ieri, ndr) avrebbe dovuto sottoporsi a un’iniezione all’interno dell’occhio di alcune sostanze che bloccano i fattori di crescita dei neovasi». L’iniezione si effettua ambulatoriamente in pochi minuti, ma per garantire la sterilità va praticata in sala operatoria». Insieme al marito della donna, c’erano altri sei pazienti che dovevano fare lo stesso tipo di trattamento. Si sono presentati tutti in prima mattinata, sono stati preparati dagli infermieri con tanto di flebo alle braccia e poi hanno aspettato l’arrivo dell’anestesista per l’iniezione. Ma il rianimatore-anestesista non è mai arrivato. «A mezzogiorno», fa presente ancora la donna, «hanno avvertito i pazienti che non avrebbero più fatto il trattamento e che potevano andare a casa. Non è stato nemmeno fissato un prossimo appuntamento». «Non si possono trattare i malati in questo modo», afferma, «mio marito è stato operato al cuore e spostarsi con questo caldo da casa non gli fa certo bene».
La stessa situazione è accaduta ai pazienti che attendevano di essere operati alla cataratta. Hanno atteso dalle 8 alle 11 in reparto, sono stati preparati a scendere in sala operatoria con le gocce agli occhi e con le flebo nelle braccia. Poi, sono stati avvertiti che l’intervento era saltato. «Medici e personale del reparto si sono detti molto dispiaciuti», rivela un’altra donna, «anche il primario si è detto mortificato per l’accaduto, ma ha fatto presente che non poteva fare nulla».Ma i disagi non finiscono qui. Tutti i pazienti ora dovranno sottoporsi di nuovo alle cure per prepararsi all’intervento. Per la maculopatia sono necessari almeno tre giorni di trattamento.
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