Pescara, omicidio Cagnetta: Angelo Ciarelli condannato a 21 anni
Cade l’accusa di omicidio volontario, per la corte d’assise di Chieti è stato un delitto preterintenzionale: Angelo Ciarelli, 39 anni, ha sparato per fermare due persone che avevano acquistato della cocaina pagandola di meno e, per sbaflio, ha ucciso il 42enne
CHIETI. Ventuno anni, in Corte d’Assise di Chieti, per Angelo Ciarelli, 39 anni, pescarese, a giudizio per l’omicidio volontario di Salvatore Cagnetta, 42 anni - ucciso nel pomeriggio del 2 luglio del 2012 a Pescara nel quartiere di Rancitelli, zona nota per lo spaccio di droga - e riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale. Il pubblico ministero, Valentina D’Agostino, che aveva sostenuto l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, aveva chiesto 28 anni e 6 mesi di reclusione.
Secondo l’accusa l’omicidio maturò mentre Ciarelli, intervenuto per minacciare due persone a bordo di un’auto, che avevano appena acquistato della cocaina pagandola dieci euro di meno del prezzo pattuito, per impedire loro di allontanarsi. Il colpo, che secondo l’accusa venne esploso ad altezza d’uomo, raggiunse Cagnetta, che si trovava nei pressi dell’auto, ad un fianco: l’uomo morì in ospedale. L’arma del delitto, un revolver, non è stata mai trovata. Per la difesa di Ciarelli, sostenuta dagli avvocati Franco Metta e Giancarlo De Marco quella che si è determinata è una condotta colposa, ed hanno inquadrato il fatto, cioè la morte di Cagnetta, come la conseguenza non voluta di un delitto doloso, ovvero l’illecita detenzione e il porto di un’arma in luogo pubblico.
Ciarelli è stato inoltre condannato a risarcire con 400.000 euro ciascuna le parti civili costituite: ovvero il padre della vittima Michele Cagnetta e la madre Giuseppina Niro, assistiti dagli avvocati Giulio Lazzaro e Cristiana Valentini.
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