Pescara, pochi infermieri: il limite degli straordinari già sforato in cinque mesi
L’allarme in una lettera del direttore dell’ospedale ai primari: "D’ora in avanti ridurre al massimo il lavoro extra, spesa troppo alta da gennaio a maggio". La Fials: ma fino ad agosto niente è cambiato
PESCARA. In appena 5 mesi, all’ospedale di Pescara, è stato superato già il tetto massimo degli straordinari di infermieri e capisala. Da gennaio a maggio, la Asl ha speso «circa il 15 per cento in più rispetto al preventivato». È la conseguenza del personale che manca, con infermieri e capisala costretti a saltare riposi settimanali e ferie per garantire la copertura dei turni. A lanciare l’allarme è una lettera riservata che il coordinatore della direzioni mediche ospedaliere, Valerio Cortesi, ha spedito ai primari e ai dirigenti dei distretti sanitari l’8 agosto scorso. Un documento di 10 righe, saluti compresi, per chiedere di invertire la rotta e «ridurre al massimo il ricorso agli straordinari». Secondo la lettera, il taglio degli straordinari deve essere un «obiettivo» ma, con infermieri e capisala che non bastano, far quadrare i conti appare un’impresa. Anche perché da giugno ad agosto, il ricorso agli straordinari è soltanto cresciuto.
Caso Ginecologia. Lo dimostra il caso del reparto di Ginecologia con le ostetriche che, uscite allo scoperto con una lettera-sfogo spedita al direttore generale della Asl Claudio D’Amario e al direttore sanitario Fernando Guarino, hanno denunciato che lo «stress» nel reparto è troppo alto proprio perché i riposi settimanali e le ferie saltano. Sul caso Ginecologia, esiste una nota di Guarino che parla degli straordinari: «Per i riposi non goduti dal personale ostetrico dopo il turno notturno, si informa che le prestazioni lavorative effettuate saranno retribuite con i compensi previsti per l’effettuazione di lavoro straordinario». Il documento di Guarino, inviato al sindacato Fials in risposta a una richiesta di chiarimenti, è del 2 agosto scorso, appena 6 giorni prima dell’allarme di Cortesi.
«Carenza di personale». La lettera di Cortesi non nasconde la carenza di personale all’ospedale, anzi: «L’ufficio Tep ha comunicato che nei primi 5 mesi di quest’anno il costo del lavoro straordinario del comparto contabilizzato al 31 maggio 2013 risulta superiore di circa il 15 per cento rispetto al preventivato», recita la nota, «ferme restando le bene note criticità esistenti circa l’organico del personale di assistenza e di supporto, si rende assolutamente necessario ridurre al massimo il ricorso allo straordinario». Pochi infermieri e capisala, straordinari da contenere «al massimo» per far quadrare i conti e servizi da garantire ai pazienti: ma è possibile? La lettera non dà una risposta ma chiede una «fattiva collaborazione» per raggiungere l’«obiettivo» dell’inversione di tendenza: «Si chiede pertanto di attivarsi sin d’ora per l’adozione dei provvedimenti/interventi organizzativi e gestionali sul personale atti a permettere il raggiungimento dell’obiettivo fissato».
Sindacato denuncia. «Con i reparti che sono in ginocchio per la carenza di personale ormai cronica, vogliamo sapere chi ha contribuito a far sforare il tetto massimo degli straordinari e se quelli che ne hanno usufruito sono sempre i soliti», afferma il segretario provinciale del sindacato autonomo Fials Gabriele Pasqualone, «ormai la situazione è fuori controllo e, pertanto, la Asl deve spiegare apertamente come intende tamponare quest’emergenza. Finora, le organizzazioni sindacali sono state tenute all’oscuro di questa vicenda di cui abbiamo appreso soltanto per vie traverse. Chiediamo, poi, se la situazione degli straordinari, da giugno ad agosto, è peggiorata».
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