Pescara, porto e mancato dragaggio: marineria a rischio usura
I pescatori ricevuti dal Prefetto che farà da mediatore con Abi e Confidi. Incontro in Procura per sbloccare i 100 mila euro sottratti con la truffa del pesce
PESCARA. «Siamo in mezzo agli usurai. Ma d’altronde se non hai i soldi, che fai?». Esagera con una battuta Gianni Papponetti, armatore e membro del gruppo di lavoro spontaneo nato tra i pescatori per risolvere l’emergenza dragaggio. Ma nelle sue parole c’è più di un fondo di verità. Tanto che la vertenza marineria e i suoi risvolti economici la scorsa settimana sono finiti sui tavoli di Procura e Prefettura.
«Dove ci sono lavoratori che hanno problemi girano i prestasoldi», dice Papponetti, «lo sanno tutti. Chi presta soldi ci sta, poi come li presta chi lo sa, quello si vede quando poi uno li deve restituire. Il nostro è un settore in cui il debito impera, noi abbiamo mutui e prestiti. Una volta c’era la possibilità di tirare a campare, oggi tra i prezzi in diminuzione, le spese, il costo del gasolio che aumenta e l’adeguamento europeo delle imbarcazioni siamo in grossa difficoltà».
Il mancato dragaggio, poi, ha dato la botta finale a un settore già incrisi, almeno a detta degli armatori. Perchè mentre le barche sono ferme i conti dei fornitori continuano ad arrivare. Come è successo a Giovanni Verzulli, che proprio pochi giorni fa ha ricevuto un’ingiunzione di pagamento per 11 mila euro da uno dei suoi fornitori. «Noi siamo già penalizzati da mesi, da quando l’ordinanza ha vietato l’ingresso in porto con mare forza 3. In quelle condizioni non si può fare reddito, si va a rotoli. Siamo in tanti ad avere ingiunzioni di pagamento che ci pendono sulla testa», spiega Verzulli.
«Armatori e marinai hanno diritto ai soldi del fermo biologico, gli uni sotto forma di contributi gli altri come cassa integrazione, ma prima di novembre-dicembre non arriva niente. Fino all’autunno come si va avanti?», dice Papponetti.
Proprio per questo giovedì scorso i pescatori sono stati ricevuti dal prefetto Vincenzo D’Antuono, che si farà promotore di incontri con i Confidi per vedere se è possibile avere prestiti e con l’Abi per cercare di intervenire sui mutui. La marineria è stata poi ricevuta anche dal procuratore Cristina Tedeschini. A lei i marinai hanno chiesto di intervenire per sbloccare i rimborsi dei 100 mila euro che secondo un’inchiesta della Procura sarebbero stati sottratti agli armatori con la cosiddetta truffa del pesce.
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