Pescara, porto non dragato e inquinato: allertati i comuni
Pozzolano, comandante della capitaneria di porto: «Devono vigilare sul funzionamento dei depuratori»
PESCARA. Il fiume la fa da padrone, ma anche i fossi hanno la loro importanza, e la stagione secca non aiuta. Sono tante le cause dell'inquinamento dell'acqua, del mare e del porto. Sono tanti anche gli organi che dovrebbero vigilare sui comportamenti incivili, sugli scarichi, sul traffico marittimo. Tra questi, le capitanerie di porto, che con i loro uffici di polizia marittima verificano e predispongono piani locali anti inquinamento. Tra loro, anche i sindaci dei comuni toccati dal mare che, al contrario, hanno il dovere di controllare a monte, a livello di depuratori ad esempio. È Luciano Pozzolano, comandante della direzione marittima, a spiegare chi fa cosa in materia di vigilanza all'inquinamento. Premette che la matrice dei comportamenti scorretti, quelli che ad esempio che fanno gettare gli scarichi oleosi nei tombini, è culturale. «I comportamenti inadeguati ci sono, e non sempre vigilare risolve il problema. Accertare le responsabilità è spesso difficile, le indagini sono lunghe, ma c'è un ufficio della capitaneria preposto all'ambiente».
Pozzolano distingue tra due tipi di inquinamento. «C'è l'inquinamento da idrocarburi, per il quale la legge sulla difesa del mare attribuisce la competenza alle capitanerie. Si tratta essenzialmente degli scarichi derivanti dal traffico marittimo, dalle barche, al momento per ovvie ragioni presenti in quantità inferiori nel porto di Pescara. La capitaneria interviene in ragione delle segnalazioni, in porto o fuori, in mare».
C'è un altro tipo di rifiuto che inquina le acque: si tratta degli scarichi di acque nere, quelli industriali e dei depuratori. «Nel nostro panorama, le ultime analisi effettuate, testimoniano la presenza di escherichia coli, ad esempio», dice, «una questione tipicamente estiva, anche per la presenza dei bagnanti». Si lavora prevalentemente su segnalazione di tratti maleodoranti, di rifiuti o di strani colori nell'acqua. Ma il controllo non è solo successivo: la capitaneria è impegnata anche nella perlustrazione del territorio. Anche per il fiume, il corpo è competente. «In caso di scoperta di discariche abusive, ad esempio, ci attiviamo per i sopralluoghi del caso, su iniziativa o delegati dall'autorità giudiziaria». Sembra che le gente abbia preso coscienza del problema inquinamento e che segnali i problemi più spesso di un tempo.
Ma a Pescara da dove viene l'inquinamento del porto e del mare? «Il fiume la fa da padrone», risponde Pozzolano, «perché è il corso d'acqua più importante, ma anche i fossi hanno la loro importanza. Sono tanti e le criticità sono parecchie. La stagione secca, poi, non aiuta. Un'estate come quella che stiamo trascorrendo non fa altro che amplificare il fenomeno». Quanto agli organi preposti a vigilare, precisa infine il direttore marittimo, anche i comuni devono farlo: «Verificare il corretto funzionamento dei depuratori, individuare comportamenti scorretti».
Paola M. S. Toro
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