Pescara, porto turistico: si rischia lo spopolamento

La crisi economica e il decreto Monti inducono i diportisti ad andare in Croazia

PESCARA. Da un lato la crisi economica, dall'altro il recente decreto Monti, rischiano di mettere in seria difficoltà l'attività del porto turistico, che potrebbe ritrovarsi svuotato l'estate prossima. A lanciare l'allarme è Riccardo Colazilli, presidente del Marina di Pescara, la società della Camera di Commercio, che con 18 dipendenti e un fatturato di circa due milioni e mezzo di euro, gestisce le attività del noto attracco nautico.

I problemi della struttura, per la quale viene pagato un canone demaniale annuo di circa 280 mila euro, sono iniziati già nel 2008, quando i transiti annui all'interno del porto scesero a 330 rispetto ai 410 dell'anno precedente. Tale numero, rimasto identico nel 2009, è calato a 310 lo scorso anno e nel 2011. Ma come spiega Colazilli, a questo dato negativo se ne aggiunto un altro, quello relativo alla durata media dei transiti, scesi nella maggior parte a una sole notte, rispetto al passato quando la sosta era anche di tre, quattro giorni.

Altri segni evidenti della crisi, sono il mercato dei posti barca fermo, nonostante una continua campagna di vendita, e il numero di natanti che stazionano stabilmente al porto turistico. Su un totale di 900 posti barca, quelle attraccate solo nel periodo estivo sono 720, mentre quelle ormeggiate tutto l'anno scendono a 550. «Ovviamente», spiega Colazilli, «fare un abbonamento annuale costa più di uno stagionale. Rispetto a prima sono tanti quelli che preferiscono ritirare l'imbarcazione e metterla in secca, ha costi più bassi». Il canone annuo del porto turistico per un natante va dai 3.340 ai 6.090 euro a seconda della lunghezza in metri. Tariffa ovviamente ridotta per il solo periodo estivo. A peggiorare la situazione è intervenuto il decreto Monti (sarà operativo da maggio 2012) che ha introdotto una tassa sulla nautica e una di transito nei porti turistici. Nel primo caso, per fare un esempio pratico, ai 3.340 euro necessari per tenere ormeggiata una barca al Marina di Pescara, vanno ora aggiunti 1.825 euro di tassa. Nel secondo caso invece si avranno aumenti variabili dal 20 al 30 per cento.

«In molti ci hanno già annunciato», sottolinea Colazilli, «che porteranno le imbarcazioni in Croazia. In questo modo si rischia di far traslocare tutto il traffico sull'altra sponda dell'Adriatico». Sarebbe un vero peccato, se si pensa che un quarto dei transiti del porto turistico è fatto di inglesi, tedeschi e francesi. Tra i proprietari molti stanno pensando di lasciare le barche a motore per quelle a vela, e qualcuno l'ha messa in vendita.

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